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Sicilia: Ingroia, indagare me è una sciocchezza colossale

11 marzo 2015 | 12.15
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"Iscrivermi nel registro degli indagati per la vicenda di Sicilia e-Servizi è una sciocchezza, anzi una sciocchezza colossale. Da anni provano a mettermi sul banco degli imputati, prima Contrada, poi Dell'Utri, poi Berlusconi e ora il gip. Ma io tiro dritto per la mia strada, a testa alta,l perché so di avere lavorato bene". Così, in un colloquio con l'Adnkronos, l'ex pm Antonio Ingroia commenta la decisione del giudice per le indagini preliminari di Palermo Lorenzo Matassa, che ha respinto la richiesta di archiviazione "contro ignoti" dell'indagine su Sicilia e-servizi, la società che gestisce i servizi informatici della Regione Sicilia, di chiedere alla Procura di indagare i presunti responsabili, dando loro un nome e cognome. Tra loro ci sono Antonio Ingroia e il Governatore siciliano, Rosario Crocetta. Nel mirino del giudice una serie di assunzioni effettuate in violazione delle norme che bloccano le immissioni in servizio nella pubblica amministrazione. Adesso la Procura deve dare seguito all'ordine del giudice.

Ingroia si dice "sereno" ma non nasconde la sua amarezza: "Se ritenevo una assoluta sciocchezza una contestazione di responsabilitò contabile per l'inchiesta aperta dalla Procura della Corte dei conti, nella quale si risponde anche solo di colpa, ovviamente considera una sciocchezza assoluta ipotizzare un reato in una fattispecie del genere dove si presuppone un dolo specifico, per favorire qualcuno. Una cosa che mi fa sorridere, talmente campata in aria e infondata che non voglio neppure perdere tempo a occuparmene. Ho cose più serie a cui pensare".

"Registro il paradosso che qualcuno mi dovrebbe dire solo grazie per avere salvato l'informatica siciliana, che oggi sarebbe stata buttata a terra se non si fossero adottati quei provvedimenti d'emergenza che abbiamo dovuto adottare, preservando diritti sacrosanti dei cittadini. Questa è la situazione. E visto che nessuno mi dice grazie mi ringrazio da solo".

'C'era anche una delibera della Giunta del Governo Crocetta''"C'era una delibera della Giunta di Rosario Crocetta, un parere dell'Avvocatura dello Stato, tutte cose che mi spingevano e mi sollecitavano ad assumere quella determinazione. Insomma, non avevo altra scelta", prosegue ancora Antonio Ingroia. "Il mio è stato un comportamento doveroso e le assunzioni sono state doverose", aggiunge. Alla domanda se non si rimprovera nulla, Ingroia taglia corta: "No, affatto. Qualcun altro si dovrebbe vergognare di qualcosa nel'impegnare energie a vuoto, quando la giustizia avrebbe bisogno di energie spese bene".E ribadisce: "A mettermi sul banco degli imputati ci hanno provato davvero in tanti e da tanti anni - spiega - già dai tempi del processo Contrada, a Dell'Utri, Berlusconi, Provenzano e i suoi familiari, i pm di Viterbo che hanno seguito una falsa pista sull'omicidio Attilio Manca. Insomma l'elenco è lungo. Ma ho dalla mia parte la forza della verità".

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