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Corruzione: indagato usava scheda telefonica prete suicida

17 marzo 2015 | 17.22
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Nelle carte dell'operazione 'Sistema', che ieri ha portato all'arresto di Incalza e altre tre persone, il telefono intestato a un sacerdote genovese, Giacomo Vigo, il cui corpo senza vita venne ritrovato nella Darsena Vecchia di Livorno lo scorso 5 agosto

Corruzione: indagato usava scheda telefonica prete suicida

Affiora anche la misteriosa morte di un prete nel porto di Livorno nelle carte dell'operazione 'Sistema', diretta dalla Procura della Repubblica di Firenze e condotta dai Ros, che ha portato a 4 arresti (tra i quali Ercole Incalza e Stefano Perotti) e 51 indagati per corruzione negli appalti delle Grandi Opere.

Nella maxi inchiesta su tangenti e grandi opere ferroviarie e autostradali spunta il telefono intestato a un sacerdote genovese, Giacomo Vigo, il cui corpo senza vita venne ritrovato nella Darsena Vecchia di Livorno lo scorso 5 agosto. La scheda con il numero telefonico del cellulare del sacerdote morto suicida venne usata più volte da uno dei 51 indagati, come risulta dall'ordinanza di custodia cautelare emessa ieri dal Gip del Tribunale di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti.

NUMERO USATO DA CUGINO DI DON GIACOMO, INDAGATO - A usare il numero telefonico fu un suo cugino, l'ingegnere genovese e docente universitario Giorgio Mor, cognato dell'imprenditore Stefano Perotti, finito agli arresti per vari reati, dalla corruzione alla turbativa d'asta. Mor (che dalle intercettazioni telefoniche dei carabinieri si sarebbe interessato del figlio del ministro Maurizio Lupi) avrebbe chiamato più volte Perotti, come nel febbraio 2014, con la scheda telefonica intestata al sacerdote moto all'età di 42 anni. La scheda telefonica sarebbe stata ricaricata in almeno due occasioni, anche dopo la morte del sacerdote genovese, nel dicembre 2014 e nel gennaio scorso.

LA SCOMPARSA DEL PRETE - Don Giacomo Vigo, appartenente alla congregazione religiosa di San Filippo Neri, era sparito da Genova il 3 agosto e la denuncia di scomparsa venne presentata la mattina successiva. L'uomo aveva detto ai confratelli che sarebbe andato a visitare l'anziana madre nel capoluogo ligure, ma lì non è mai arrivato.

IL RITROVAMENTO DEL CORPO - Il corpo di don Giacomo, con indosso gli abiti da prete, venne ripescato la mattina del 5 agosto nella Darsena Vecchia di Livorno. Non fu facile identificare il sacerdote, dato che non aveva documenti di identità in tasca. Alla fine il religioso venne identificato grazie a un codice bancario Iban che gli era stato trovato indosso.

Il cadavere venne sottoposto ad autopsia e già la prima ispezione aveva escluso la presenza di ferite esterne. Gli investigatori ritennero fin da subito l'ipotesi del suicidio la più probabile. Le indagini della polizia fecero emergere che il sacerdote soffriva di depressione ed era anche in cura per questo problema. Prima di lasciare la sua residenza genovese e sparire, don Giacomo Vigo aveva lasciato i documenti di identità e il telefono cellulare nella sua stanza, dove vennero poi ritrovati dai suoi confratelli.

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