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Catania: blitz carabinieri contro racket manodopera straniera, 9 arresti

31 marzo 2015 | 15.33
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I lavoratori nei campi erano costretti a ritmi massacranti per accrescere i profitti dell’organizzazione. Le vittime erano costrette in uno stato di sudditanza psicologica e poste dinanzi all’alternativa di accettare le gravose condizioni oppure non prestare più la loro attività lavorativa

(Infophoto)
(Infophoto)

I carabinieri di Catania hanno eseguito un provvedimento restrittivo emesso dal Gip del Tribunale etneo su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di 9 persone, componenti di un’associazione a delinquere dedita allo sfruttamento di braccianti stranieri di nazionalità romena secondo le forme del cosiddetto 'capolarato', costringendoli, con la minaccia di facili 'allontanamenti', al lavoro nei campi a ritmi massacranti per accrescere i profitti dell’organizzazione.

L’attività investigativa, spiegano i carabinieri, ha consentito di documentare, grazie anche alle preziose testimonianze fornite dalle numerose vittime romene, tra le quali donne e minori, come la banda criminale, operativa nel catanese, raggiungesse il suo lucroso business attraverso l’impiego nei campi di manodopera, già ingaggiata nel paese di origine, alloggiandola all’interno di cassoni in pessime condizioni igienico-sanitarie, per l’espletamento di mansioni sotto-pagate e in assenza delle garanzie minime di tutela.

Le vittime erano costrette in uno stato di sudditanza psicologica e poste dinanzi all’alternativa di accettare le gravose condizioni oppure non prestare più la loro attività lavorativa, perdendo in tal modo anche gli scarsi guadagni ricavati, e dunque costrette a subire il regime lavorativo vessatorio imposto.

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