Così l'agente, finito nella polemica per un post su Facebook, ritorna sulla vicenda. Ma aveva già dichiarato: "Travisate le mie parole". Il post dopo la condanna della Corte europea dei Diritti dell'Uomo. Il 21 luglio 2001 la notte della 'macelleria messicana'. Il ministro Alfano: "Valuteremo con severità"
"Io ero alla Diaz quella notte in cui fummo allertati durante la cena, sono entrato in quella scuola non ho picchiato nessuno volontariamente, non ho ecceduto nell’uso nella forza ma ho posto in essere tutte le azioni prevista dai protocolli operativi, come me lo stesso hanno fatto i miei compagni". Così Fabio Tortosa, il poliziotto finito nella polemica per un post su Facebook ("Io sono uno degli 80 del VII Nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte"), ritorna sulla vicenda, attraverso un messaggio diffuso dal sindacato Consap, del quale Tortosa è un dirigente.
Nel messaggio rivolto "a chi sui social ed anche all’interno degli altri sindacati di polizia" lo accusa, l'agente scrive: "Questo é Fabio Tortosa un servitore dello Stato orgoglioso di questa professione, non un torturatore".
"Se dire questo ha disturbato qualcuno -prosegue- ne prendo atto. Per quanto riguarda il profilo sul social con il post diffuso a scoppio ritardato, l’ho rimosso personalmente per stroncare sul nascere ogni ulteriore strumentalizzazione".