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Spazio: conclusi da Samantha due esperimenti sulla Iss

24 aprile 2015 | 08.45
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Nel suo ultimo periodo in orbita l'astronauta ha ultimato due test di biologia dell'Agenzia Spaziale Italiana per la missione Futura. L'Asi: "Si tratta di due sperimentazioni fondamentali che avranno importanti ricadute nell’ambito medico scientifico"

I team di scienziati dei due esperimenti (foto ASI)
I team di scienziati dei due esperimenti (foto ASI)

Nel suo ultimo periodo di permanenza nello spazio, Samantha Cristoforetti ha concluso due esperimenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, dove per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana sta compiendo i test previsti per la missione Futura, prima rientrare a Terra il 14 maggio prossimo. L’intenso programma scientifico di queste ore ha visto la realizzazione di due esperimenti di biologia "Nanoparticles and Osteoporosis" (Nato) e "Cell Shape and Expression" (Cytospace), arrivati sulla Stazione la scorsa settimana con il cargo SpaceX-6 lanciato dalla base del Kennedy Space Center, in Florida. Gli esperimenti sono due dei nove che Samantha Cristofofretti, astronauta italiana dell'Esa e capitano pilota dell’Aeronautica Militare, ha realizzato e si appresta a completare nell’ambito di Futura, la seconda missione di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana. "Si tratta di due sperimentazioni fondamentali che avranno importanti ricadute nell’ambito medico scientifico" afferma l'Agenzia Spaziale Italiana. Il primo esperimento 'Nato', guidato dalla professoressa Livia Visai, riguarda la ricerca sulla osteoporosi, una malattia scheletrica multifattoriale che può essere correlata a diversi fattori di rischio. Il secondo esperimento 'Cytospace' ha come responsabili scientifici il dottori Marco Vukich e Alessandro Palombo ed è stato realizzato dalla Kayser Italia e dal Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare dell’Università La Sapienza di Roma.

Il progetto 'Nato ' ha l’obiettivo di verificare l’efficacia dell’impiego di alcune nanoparticelle sulle cellule ossee come contromisura per attivare la formazione di tessuto osseo e ridurne il processo di riassorbimento. L’esperimento 'Cytospace' ha invece l’obiettivo di definire un modello in grado di descrivere l’influenza del fattore fisico microgravità sull’espressione genica, influenza che si esercita attraverso la modificazione della forma cellulare. "Il modello microgravitazionale costituisce una opportunità unica per capire in che modo le forze fisiche siano in grado di determinare il destino dei sistemi biologici complessi" spiega ancora l'Agenzia Spaziale Italiana. Gli esperimenti sono iniziati sabato 18 aprile quando Samantha Cristoforetti ha prelevato l’hardware da SpaceX-6 e lo ha inserito nell’incubatore spaziale installato nel modulo dell’Agenzia Spaziale Europea Columbus. L’esecuzione degli esperimenti è proseguita in modo autonomo fino ieri, quando l’hardware è stato trasferito nei frigoriferi e congelatori di bordo in attesa del rientro a terra, previsto a maggio. Le operazioni di bordo sono state seguite in tempo reale dai centri di controllo di terra dell’Agenzia Spaziale Italiana e dall’Agenzia Spaziale Europea.

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