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Caso Shalabayeva: Alma, fu rapimento, no archiviazione per diplomatici kazaki

04 maggio 2015 | 17.54
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La figlia Madina: "Furono loro a manipolare la polizia italiana". Il legale Di Amato: "Aereo per il rimpatrio prenotato prima della decisione del giudice, chi ha pagato?". L'annuncio: "Ablyazov ricorrerà contro estradizione". La moglie: "E' in carcere a Parigi per le richieste di Russia e Ucraina"

(Adnkronos)
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''Il mio caso è un rapimento e vorrei che fosse fatta giustizia''. Così Alma Shalabayeva, moglie dell'oppositore kazako Muxtar Ablyazov, oggi in conferenza stampa annuncia l'intenzione di fare opposizione presso il gup di Roma, contro la richiesta di archiviazione per i diplomatici kazaki coinvolti nella vicenda.

''Sono stati loro a manipolare la polizia italiana", ha aggiunto Madina, la figlia maggiore di Shalabayeva presente in conferenza stampa a Roma assieme al figlio della coppia, Madiyar e ai legali della famiglia. "Sono stati colti con le mani nella marmellata e non sono stati formulati capi di accusa nei loro confronti''.

"Chiediamo al gup di non accettare l'archiviazione e che siano svolte delle indagini", ha spiegato in conferenza stampa l'avvocato Astolfo Di Amato, legale della figlia maggiore della coppia, Madina. Da appurare, secondo Di Amato, la vicenda dell'aereo che ha portato Alma Shalabayeva e la figlia Alua, in Kazakhstan, che è stato "prenotato presso una agenzia, prima ancora che il giudice di pace decidesse" in merito alla posizione della moglie e della figlia di Mukhtar Ablyazov. "Bisogna capire -continua Di Amato- perché non si è indagato, chi ha pagato per l'aereo e se c'è una traccia bancaria del movimento di denaro".

Quello del 2013 "è stato un rapimento a tutti gli effetti -ha aggiunto l'avvocato della famiglia Ablyazov, Peter Sahlas- ed è uno scandalo che questa parola non compaia mai nei documenti dell'inchiesta". Dubbi, quelli espressi dal legale, che riguardano anche la vicenda del passaporto della donna, emesso dalla Repubblica Centrafricana: "Le autorità italiane dicono che il passaporto è falso, ma non si è chiesto di verificare alla nazione che lo ha emesso, ma al Kazakhstan che sostiene essere falso".

Lo stesso Kazakhstan, ha continuato il legale, "ha poi esercitato pressioni sulla Francia, affinché il Paese africano annullasse il passaporto di Shalabayeva". Secondo Sahlas, "è stato quindi dato credito ad un P aese con regime dittatoriale e non a quello che ha legittimamente emesso il passaporto". Da notare, continua, "anche che il decreto di espulsione e la richiesta di archiviazione per i diplomatici kazaki siano stati firmati dalle stesse persone". Per il legale si tratta di "conflitto di interessi, un tentativo di mettere una toppa agli errori fatti".

Aprendo la conferenza stampa, Shalabayeva ha voluto ringraziare "gli italiani, il Parlamento europeo, l'Onu, tutti i parlamentari italiani che ci hanno fatto visita a casa nostra e la stampa indipendente, che hanno contribuito a salvare me e mia figlia".

"In particolare - ha aggiunto- voglio ringraziare Emma Bonino, grazie al cui impegno ci è stato possibile tornare in Italia: so che sta attraversando un momento difficile e voglio assicurarle il supporto di tutta la mia famiglia".

Un ringraziamento che arriva anche da Madiyar, il figlio della coppia giunto in Italia, "dopo aver risolto alcuni problemi legati al visto", ha spiegato in conferenza stampa. "Sono stati anni difficili -ha continuato- perché le autorità kazake hanno perpetuato la persecuzione ai danni della mia famiglia", arrivando fino "al rapimento di mia madre e della mia sorellina". In questo momento, ha aggiunto il figlio di Ablyazov, "nove Paesi europei stanno assicurando protezione a membri della mia famiglia, offrendo asilo e rifiutando le richieste che sono arrivate loro dal regime del Kazakhstan".

Shalabayeva, ha poi risposto alle domande dei giornalisti sulla situazione attuale del marito, tenendo a specificare che Ablyazov "è in carcere a Parigi, a causa delle richieste di Kazakhstan, Ucraina e Russia. Invito tutti -ha continuato- a riflettere sul livello di giustizia in Russia".

"Le accuse per le quali Ablyazov è detenuto in Francia -ha spiegato il legale della famiglia, Peter Sahlas- arrivano infatti da Russia e Ucraina, perché non esiste un accordo per l'estradizione tra Francia e Kazakhstan". La questione ha sottolineato Sahlas, "é politica, non ha nulla a che vedere con i soldi, anche se una delle accuse è di peculato". "Ablyazov -ha concluso il legale americano della famiglia- è un lottatore e ricorrerà contro l'estradizione dalla Francia, ha moltissime opzioni legali per farlo".

L'AMBASCIATORE - "Non lo sapevo e non mi interessa, non seguo la vicenda". Così all'Adnkronos Andrian Yelemessov, ambasciatore del Kazakhstan in Italia, commenta la decisione -annunciata oggi in conferenza stampa da Alma Shalabayeva e dai suoi figli. "Per me è acqua passata -continua Yelemessov- e comunque la cosa non mi ha mai interessato".

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