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Immigrati: Roma nord in rivolta per arrivi, 'a San Nicola manca tutto'

09 maggio 2015 | 18.09
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I rifugiati dovrebbero essere ospitati nella ex scuola Socrate di Casale San Nicola, un'area di campagna con 250 residenti situata tra la via Braccianese e l'Olgiata. I cittadini si sono costituiti in comitato: "Sono troppi" lamentano. E denunciano: "La struttura è inadeguata: non c'è acqua corrente, non ci sono fogne, non ci sono autobus per potersi muovere e il primo esercizio commerciale è almeno a tre chilometri di distanza"

(Infophoto) - INFOPHOTO
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I residenti di Roma nord 'in rivolta' contro l'arrivo di un centinaio di rifugiati che dovrebbero essere alloggiati nell'ex scuola Socrate di Casale San Nicola, un'area di campagna situata tra la via Braccianese e l'Olgiata, nel XV Municipio. I cittadini, che si sono costituiti in Comitato e da qualche giorno hanno anche allestito un presidio permanente, lamentano non solo il rischio per la sicurezza, visto che i rifugiati sarebbero un centinaio contro i 250 residenti in zona, ma anche l'assoluta inadeguatezza della struttura individuata per il centro d'accoglienza la ex scuola Socrate.

"Queste persone finirebbero con l'essere abbandonate in mezzo alla campagna - spiega all'Adnkronos Stefano Palummo, uno degli animatori del Comitato - e di essere ospitati in un edificio non adeguato, dove non c'è acqua corrente, non ci sono fogne, non ci sono autobus per potersi muovere e il primo esercizio commerciale è almeno a tre chilometri di distanza".

Il Comitato ha sollevato la questione anche con il prefetto di Roma Franco Gabrielli. "Al prefetto - sottolinea Palummo - abbiamo spiegato che non vi è alcuna forma di ostruzionismo nei confronti di persone che fuggono da guerre e soprusi. Ma la zona è abitata da 250 famiglie circa e con tutti i suoi deficit non si presta alla corretta accoglienza di altre 100 persone".

"Siamo preoccupati per le evidenti implicazioni di forte disagio sociale ed ambientale che di necessità causerebbe l'insediamento 'coatto' nei confronti non soltanto dei residenti di questo piccolo ambito, ma più in generale degli abitanti di questo quadrante cittadino – spiegano dal Comitato - per il quale sarebbe doveroso pensare a uno sviluppo di interesse turistico, dato il riconosciuto valore storico-archeologico dei luoghi, piuttosto che farne un centro di accoglienza per immigrati".

"I residenti non sono stati interpellati preventivamente sulla questione", lamentano i residenti che per questo si sono costituiti in comitato "per poter scongiurare, per quanto in loro potere, questa sciagurata ipotesi. Sciagurata, poiché inequivocabile fonte di disagio per quanti vivono e frequentano la zona, ma anche per le imprese e gli esercizi commerciali, in ordine a tematiche quali la legalità, la sicurezza, il decoro, la sanità, la salubrità e non ultimo l'identità culturale".

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