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Brindisi: confiscati beni per 17 mln a famiglia contrabbandieri

13 maggio 2015 | 13.45
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Lo ha deciso la Cassazione al termine di un iter giudiziario durato circa 20 anni. Secondo i magistrati la famiglia Morleo che si era avvalsa, per riciclare i proventi delle attività illecite, anche del contributo di un direttore di banca e di alcune società riconducibili alla famiglia D'Oriano originaria di Castellammare di Stabia. Nell'ambito dell'inchiesta 42 imputati sono stati condannati per contrabbandando e riciclaggio

Foto di repertorio
Foto di repertorio

I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi hanno eseguito un decreto definitivo di confisca di beni del valore di 17 milioni di euro, emesso dalla Corte di Cassazione, nei confronti dell'organizzazione criminale che fa capo alle famiglie brindisine Morleo e D'Oriano. La Suprema Corte, confermando la sentenza di primo grado con cui era stato possibile accertare "l'esistenza nel brindisino, con propaggini nel territorio nazionale e collegamenti all'estero, di una organizzazione a delinquere dedita al contrabbando" e un "diffuso inquinamento nel sistema bancario", ha disposto la confisca dei beni già sequestrati.

L'iter giudiziario è durato circa 20 anni ed è scaturito da indagini, anche di natura economico-patrimoniale, coordinate dalla Procura della Repubblica di Brindisi ed eseguite alla fine degli anni '90 dal Nucleo di Polizia Tributaria di Brindisi. L'indagine, denominata 'Atlantide', ha riguardato l'organizzazione contrabbandiera brindisina della famiglia Morleo che si era avvalsa, per riciclare i proventi delle attività illecite, del contributo di numerose persone , tra le quali un direttore di banca ed alcune società riconducibili alla famiglia D'Oriano originaria di Castellammare di Stabia. Nell'ambito dell'inchiesta 42 imputati sono stati condannati per contrabbandando e riciclaggio.

Nel sequestro preventivo già effettuato rientrano tre aziende, immobili, veicoli ed alcune centinaia di rapporti bancari utilizzati per ripulire i proventi del contrabbando. L'ingente patrimonio, nettamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati ed all’attività economica svolta dagli indagati, era stato ricostruito dalla Finanza.

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