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Salute: Pd, cure obbligatorie contro anoressia-killer

17 maggio 2015 | 16.34
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La deputata Moretto: "task-force di 10 specialisti in strutture pubbliche a costo zero" per combattere disturbi comportamento alimentare. Il sì delle famiglie e della Società italiana di psichiatria dell'alimentazione. In parallelo la battaglia contro la bulimia.

Salute: Pd, cure obbligatorie contro anoressia-killer

Cure obbligatorie per fermare l'anoressia-killer. A chiedere il trattamento sanitario obbligatorio per i casi di gravi disturbi del comportamento alimentare è la deputata del Pd Sara Moretto, con una proposta di legge che, spiega all'Adnkronos, "ha già trovato la condivisione ed il sostegno del Coordinamento delle famiglie che affrontano questi problemi e della Società italiana di psichiatria dell'alimentazione". La proposta di legge sarà presentata martedì prossimo alla Camera.

"La mia iniziativa di legge -aggiunge la deputata- nasce dall'esperienza di una struttura sanitaria veneta che ha ottenuto risultati riconosciuti in tutto il territorio nazionale. Ora è indispensabile e urgente dare alle famiglie delle persone affette da anoressia e bulimia uno strumento efficace per combattere queste gravi patologie che possono portare alla morte".

Secondo la proposta Moretto, il trattamento per la nutrizione forzata deve essere fornito a carico del Servizio sanitario nazionale, nelle strutture pubbliche di tutto il territorio nazionale, e deve gestito da una équipe multi-professionale composta da psichiatri, esperti in nutrizione clinica e pediatri.

In Italia oltre 2 milioni di ragazze colpite da anoressia e bulimia

La piaga dell'anoressia e della bulimia colpisce in Italia oltre 2 milioni di ragazze e in alcuni casi il loro disagio si manifesta molto presto, a nove anni, come dimostrano i dati del Centro italiano disturbi alimentari psicogeni. Spesso, chi soffre di disturbi dell'alimentazione non ammette di avere un problema e quando riesce a farlo non sempre sceglie di curarsi: sono appena 880mila, il 40% di tutte quelle affette da disturbi dell'alimentazione, le ragazze che ammettono di avere in cattivo rapporto col cibo e soltanto 130mila quelle che accettano un percorso terapeutico.

Se i disturbi alimentari si confermano un problema ancora prevalentemente femminile, questo disagio è in aumento anche nell'universo maschile, con 75mila anoressici e un numero di bulimici che oscilla tra 120 e 150mila ragazzi. Disagi apparentemente solo fisici, che però nascondono un grave problema di carattere psicologico che può avere conseguenze drammatiche: "Le persone con anoressia nervosa -spiega Moretto- hanno una mortalità da 5 a 10 volte superiore rispetto alle persone sane della stessa età e dello stesso sesso".

Molte persone affette da disturbi del comportamento alimentare, insiste la parlamentare dem, "rifiutano periodicamente o stabilmente i trattamenti, anche quando questi sono, di fatto, cure salva-vita. La legge prevede cure obbligatorie solo in caso di alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici. Nella normativa in vigore non vi è nessun riferimento all'obbligo di trattamenti nutrizionali".

Alle Regioni il compito di individuare le strutture per il ricovero

Il trattamento sanitario obbligatorio, secondo la proposta della parlamentare Pd, è a carico dei servizi psichiatrici di diagnosi e cura o di specifiche strutture ospedaliere che si occupano dei disturbi del comportamento alimentare in fase acuta, quando cioè questi disturbi, che sono essenzialmente psichici, originano complicanze anche molto serie sotto il profilo fisico, conseguenza di quei comportamenti alimentari estremi per controllare peso e forma del corpo.

Ogni Regione, entro centoventi giorni dall'entrata in vigore della legge individua tra i posti letto disponibili nelle strutture sanitarie, quelli destinati al trattamento di pazienti affetti da gravi disturbi di comportamento alimentare, verificando che tali strutture siano dotate delle "opportune misure di sicurezza per garantire l'incolumità fisica degli utenti".

E' comunque importante, conclude Moretto, che il legislatore intervenga perchè il duplice problema dell'anoressia e della bulimia non è riferito soltanto al cibo e al peso: simili comportamenti sono spesso il frutto di un forte disagio interiore che ha altre cause, diverse da quelle legate solo all'aspetto fisico.

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