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Migranti: comitato Roma Nord, aggressione a La Storta anticipo di ciò potrebbe accadere

01 giugno 2015 | 12.55
LETTURA: 3 minuti

Dopo l'aggressione a La Storta, il Comitato si mobilita: "Ecco cosa potrebbe accadere con il centro profughi"

Manifestazione comitato Casale San Nicola a La Storta (Adnkronos)
Manifestazione comitato Casale San Nicola a La Storta (Adnkronos)

Manifestazione davanti alla caserma dei carabinieri di La Storta. A organizzarla il Comitato Casale San Nicola, sceso in piazza dopo l'aggressione di questa mattina, quando una ragazza romena, mentre andava al lavoro, è stata colpita con una spranga da un immigrato senza fissa dimora che si era appostato dietro un cassonetto della spazzatura. "Quanto accaduto è grave - dice Alberto Meoni del Comitato - e prefigura i rischi che il quartiere correrebbe se si desse il via libera al centro di accoglienza. Siamo in piazza per far capire ai residenti di questa zona cosa potrebbe accadere con l'arrivo di cento migranti in un sito isolato e non idoneo ad ospitare un così alto numero di profughi com'è appunto il nostro comprensorio, abitato solo da 250 famiglie".

"Il Comitato Casale San Nicola, che rappresenta gran parte dei residenti del comprensorio tra La Storta e l'Olgiata dove sorge l'ex scuola Socrate - prosegue Meoni -, ha sempre denunciato la non idoneità del sito scelto con un bando della prefettura perché isolato, senza rete fognaria, con una fossa settica non sufficiente e con le strade per raggiungerlo senza illuminazione e soprattutto private, tanto che abbiamo anche presentato una diffida per lo scarico di responsabilità se dovesse accadere qualcosa. Le 250 famiglie del quartiere, pari a circa 600 residenti, da un mese oramai hanno dato vita a un presidio permanente contro questo centro di accoglienza profughi e hanno già bloccato la via Braccianese e la via Cassia nei giorni scorsi per far sentire la loro voce a tutti i residenti della zona. La nostra è una protesta pacifica - aggiunge Alberto Meoni - vogliamo che tutti i residenti, i cittadini di questo quartiere comprendano che non possiamo permetterci di ospitare un centro di accoglienza profughi in un'area già in difficoltà".

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