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Gay: Sabato 13 Roma Pride in piazza, lo slogan è 'liberiamoci'

03 giugno 2015 | 14.50
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La giunta sfilerà dietro lo striscione ufficiale di Roma. Al centro dell'edizione 2015 "i diritti umani della comunità Lgbti"

Gay: Sabato 13 Roma Pride in piazza, lo slogan è 'liberiamoci'

"Liberiamoci": semplice, schietto e chiaro, è lo slogan scelto dagli attivisti Lgbti per il Roma Pride di sabato 13 giugno, e riassume in una parola una lunga lista di rivendicazioni della comunità, presentate oggi in una conferenza stampa. "Col Pride diventiamo soggetti della nostra liberazione individuale", specifica il comitato organizzatore, un "processo mai concluso: ma anche di "una liberazione collettiva, tanto più importante oggi che tanti spazi di libertà e autodeterminazione conquistati in passato sono sotto attacco e messi in discussione".

"Vogliamo vivere alla luce del sole i nostri diritti umani -dice Andrea Maccarrone, presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli- In questo percorso i paesi europei e gli Usa hanno compiuto passi da gigante, la Russia e altri stati dell'est Europa hanno compiuto pesanti passi indietro. Noi siamo in mezzo, in una sorta di limbo". A partire dalla proposta di legge sulle unioni civili a firma Cirinna', ora in Senato, definita "inadeguata, istituisce un ghetto: le unioni civili all'italiana -prosegue Maccarrone- ricalcano il vecchio modello tedesco di 15 anni fa, che in questo periodo è rimesso in discussione e sta per essere cambiato".

Concorda l'assessora capitolina alle Pari opportunità, Alessandra Cattoi: "riconosciamo che i parlamentari hanno lavorato intensamente per trovare un punto di equilibrio ma se dobbiamo fare un passo -dice, ricordando il registro delle unioni civili deciso dal comune di Roma- è meglio farlo più lungo, con una legge al passo con i tempi. Grande sforzo dei deputati e dei senatori -ripete- ma possiamo certamente fare di più".

"Ignazio Marino ha impresso veramente una svolta, con il registro delle unioni civili -le fa eco Maccarrone-: ha mantenuto un impegno preso con la comunità Lgbti e dato un segnale forte al Parlamento. E' importante che dalla capitale d'Italia sia stata messa nero su bianco una scelta di cambiamento".

Nel dettaglio, il Pride romano -quest'anno gemellato con quello di Belgrado- partirà da piazza della Repubblica per arrivare a piazza Venezia, "passando anche da piazza Vittorio -dice Maccarrone-, simbolo di convivenza multietnica e multiculturale". La giornata del Pride verrà preceduta da 6 giorni preparatori al Pride Park allestito alla Città dell'Altra economia, all'ex mattatoio del Testaccio, con eventi, tavole rotonde e naturalmente feste a tema.

Saranno 15, 5 in più della scorsa edizione, i carri allegorici preparati dalle più diverse realtà, dalla Cgil al centro sociale Acrobax. Due gli hashtag su Twitter, #liberiamoci e #human. E, per la prima volta, il sindaco, la giunta e il consiglio comunale, accompagnati dai minisindaci dei municipi romani, sfileranno dietro uno striscione del Campidoglio, con la scritta Roma e lo scudo simbolo della città.

MONSIGNOR PAGLIA - "Io sono rispettoso di tutte le individualità; dirò di più: per me ogni persona è sacra, in qualsiasi situazione si trovi. Ma da che mondo è mondo, la famiglia è formata soltanto da un uomo e una donna, con i loro figli. Bisogna evitare una nuova Babele". E' quanto sottolinea all'AdnKronos monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia.

"Dobbiamo prendere coscienza che su questo punto siamo chiamati a una battaglia radicale - avverte il presidente del dicastero vaticano - E' questa famiglia, marito e moglie con i figli, a creare e formare la società, la cultura, la storia e in definitiva un popolo. Ed è questa la famiglia che non va discriminata".

Poi, aggiunge monsignor Paglia, "possono anche individuarsi altri modi di convivenza, applicando ad esempio in Italia l'articolo 2 della Costituzione la quale però - ricorda - all'articolo 29 individua con chiarezza cosa si deve intendere per famiglia. Purtroppo - lamenta - la società sembra votata al culto della egolatria, sul cui altare si è pronti a sacrificare tutto, in nome di un esasperato individualismo".

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