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Ricerca: parte dalle miniere del Sulcis la caccia alla materia oscura

18 giugno 2015 | 18.12
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Ricerca: parte dalle miniere del Sulcis la caccia alla materia oscura

Parte dalle miniere del Sulcis, in Sardegna, una nuova caccia alla materia oscura. L'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e la Regione Autonoma della Sardegna hanno firmato un protocollo d’intesa per il prossimo sviluppo del progetto Aria, finalizzato alla realizzazione di un’innovativa infrastruttura di ricerca presso la miniera di Monte Sinni, nel bacino carbonifero del Sulcis, in Sardegna. L’accordo, spiega l'Infn, consentirà di aprire un tavolo di discussione tra l'Ente di ricerca e la Regione Sardegna per l’installazione nella miniera di un impianto tecnologico di altissimo livello, in corrispondenza dei pozzi di Seruci. L’altezza e il diametro dei pozzi, la loro configurazione, con accessi multipli e sistemi di sicurezza integrati, la disponibilità di un’autostrada camionabile dalla superficie fino alla profondità di 500 metri e le professionalità presenti nel sito, sono, secondo gli scienziati dell'Infn, "condizioni ideali per l’installazione in sicurezza di un impianto che avrà dimensioni uniche al mondo". L'obiettivo del progetto Aria è la separazione dell’aria nei suoi componenti fondamentali, elementi che trovano utilità in diversi ambiti di ricerca e applicazione.

"Uno di questi componenti, l’Argon-40, -spiega ancora l'Infn- è un materiale pregiatissimo che permetterà lo sviluppo di una innovativa tecnica per la ricerca della materia oscura ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn, progettata e realizzata dall’esperimento DarkSide, una collaborazione internazionale guidata dall’Infn, che vede la partecipazione di oltre trenta istituti provenienti da nove nazioni: Italia, Brasile, Cina, Francia, Polonia, Russia, Spagna, Svizzera, Usa. I settori che ne trarrebbero beneficio da queste ricerche sono quelli della medicina diagnostica, con particolare riferimento allo screening avanzato di diverse patologie, dell’energia pulita, dell’eco-sostenibilità, dell’agricoltura, e dello studio del cambiamento del clima. Il progetto Aria contribuirebbe infatti ad aumentare la disponibilità di tecnologie avanzate per lo screening medico, incluse le tecniche diagnostiche per la lotta al cancro. Inoltre, utilizzando per la separazione dell’aria strutture pre-esistenti, "l’innovativo processo tecnologico comporterà inoltre un impatto ambientale nullo" assicurano Infn e Regione Sardegna.

Il primo passo di Aria prevede l’installazione di una torre-pilota di distillazione criogenica: un prototipo di dimensioni tali da rappresentare un unicum al mondo. Tale progetto, senza precedenti a livello internazionale, è reso possibile dalla cooperazione tra INFN, con ruolo di guida e coordinamento dei gruppi di ricerca coinvolti, Regione Sardegna, che guida lo studio dell’implementazione del progetto e le relazioni istituzionali, e Princeton University, oltre che dal contributo cruciale di aziende italiane. La prima fase di progettazione è già partita, grazie a un finanziamento garantito dalla Us National Science Foundation (Us-Nsf). "Il progetto Aria è un esempio importante di come la ricerca di base può offrire l’opportunità di un potenziale sfruttamento industriale delle tecniche sviluppate per gli esperimenti alla frontiera della conoscenza" commenta Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. "È un progetto -aggiunge Francesco Pigliaru, Presidente della Regione Sardegna- sul quale lavoriamo da mesi d’intesa con l’Infn, convinti che ricerca e collaborazione con le eccellenze internazionali, tra cui anche la Princeton University, siano una delle opportunità per rinnovare il ruolo della Sardegna e delle sue attività economiche".

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