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Roberto Calvi, 33 anni di misteri dalla morte del banchiere di Dio

18 giugno 2015 | 08.32
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Roberto Calvi (Foto Wikipedia)
Roberto Calvi (Foto Wikipedia)

La sua morte è ancora avvolta nel mistero. Fu un suicidio oppure fu ucciso da una mano tuttora ignota? R oberto Calvi, definito da più parti il 'banchiere di Dio', viene trovato privo di vita il 18 giugno del 1982. Il suo corpo pendeva dal ponte dei Frati Neri sul Tamigi, a Londra. Una fine terribile, per un uomo che ha lasciato dietro di sé nodi irrisolti, che ha nutrito numerosi sospetti.

Roberto Calvi nasce a Milano il 13 aprile del 1920. Dal primo gennaio del 1948, a 27 anni, entra a far parte del Banco Ambrosiano, controllato dalla Curia meneghina, come semplice impiegato. Da allora in avanti inizia la sua ascesa. Dopo aver lavorato nel settore esteri della banca, nel 1960 viene messo a capo delle operazioni finanziarie dell'Istituto.

Calvi, però, compie il grande salto quando, nel 1975, assume la carica di presidente del Banco Ambrosiano. E' da questa posizione che comincia a dare vita a speculazioni finanziarie per lanciare il Banco Ambrosiano nell'orbita della grande finanza internazionale. Ed è sempre nel 1975 che si iscrive alla loggia massonica P2, diventando anche il banchiere di riferimento dello Ior. Spregiudicato, in poco tempo crea una fitta rete di società fantasma che sposta alle Bahamas e a Panama, nei cosidetti paradisi fiscali lontani dal controllo delle istituzioni italiane.

Non solo. Calvi finanzia anche associazioni politiche e religiose: in Europa orientale Solidarnosc e in America Latina i Contras. Obiettivo delle operazioni è quello di "contrastare la penetrazione e l'espandersi di ideologie filomarxiste". Attività che, soprattutto dopo la sua morte, gli valgono il soprannome di 'banchiere di Dio'.

Dal 1977 il Banco Ambrosiano attraversa una profonda crisi che porta, passo dopo passo, alla tragica fine del banchiere di Dio. Il primo atto del declino del Banco coincide con le denunce di presunte irregolarità, messe in campo dal banchiere Michele Sindona con l'intento di vendicarsi di Calvi, cui aveva chiesto, senza successo, soldi per coprire i buchi delle sue banche. Dal 17 aprile del 1978, poi, alcuni ispettori della Banca d'Italia analizzano lo stato dell'arte del Banco Ambrosiano denunciandone gli elementi poco chiari al giudice Emilio Alessandrini (ucciso il 29 gennaio del 1979 da un commando di terroristi di estrema sinistra appartenenti a Prima Linea). La 'lotta' intorno al Banco Ambrosiano colpisce, in un certo senso, anche il governatore della Banca d'Italia Paolo Baffi e il vice direttore generale Mario Sarcinelli.

I due, che danno il via alle ispezioni, vengono a loro volta accusati di alcune irregolarità. Il governatore Biffi va ai domiciliari, mentre il direttore generale finisce agli arresti in carcere. Saranno scagionati nel 1983. In seguito, il Banco si misura con due crisi di liquidità: la prima, viene risolta in forza di un intervento della Bnl e dell'Eni, la seconda nel 1980 viene disinnescata con un nuovo finanziamento dell'Eni.

E' davvero l'inizio della fine per il 'banchiere di Dio'. Nel 1981, dopo la scoperta della Loggia P2, Calvi viene arrestato per reati valutari, processato e condannato. Non prima di aver chiesto, invano, l'intervento del Vaticano e dello Ior. In attesa del processo di appello, viene messo in libertà provvisoria tornando anche a presiedere il Banco Ambrosiano. Cerca di salvarlo lanciandosi in operazioni rischiose ed intessendo rapporti equivoci. Senza ottenere alcun risultato. Nel giugno del 1982 lascia l'Italia. Nei suoi ultimi giorni di vita, Calvi fa tappa in Jugoslavia e a Klagenfurt. Poi, il 15 giugno, arriva a Londra. Il 18 giugno il suo cadavere viene rinvenuto da un passante appeso con una corda al Ponte dei Frati Neri.

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