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Animali: Razzi contro abbandoni estivi, 'te lo dico da amico, non farti i c... tuoi'

26 giugno 2015 | 17.55
LETTURA: 5 minuti

(da Youtube-Believe digital Studios)
(da Youtube-Believe digital Studios)

"Te lo dico da amico, se quest'anno vai in vacanza portati pure il cane, se no che te lo sei preso a fa'...", parola di Antonio Razzi, che dopo il suo debutto canoro con il singolo "Famme cantà", ormai un cult del web, ha deciso di prestare il suo volto alla campagna "Antiabbandono", a tutela degli animali domestici, adattando per l'occasione il suo motto, reso celebre dalla versione televisiva di Maurizio Crozza: "Per una volta, amico mio, non farti cazzi tuoi...".

Una passione per gli animali, spiega il senatore all'Adnkronos, che batte tutte le altre: "Io sono da sempre un difensore degli animali, specie di cani e gatti che sono i migliori amici dell'uomo. Anzi i cani sono i migliori amici dell'uomo ma non possiamo dire così, se no quegli altri poi si offendono. Poi ci sono pure quelli che hanno roba esotica, come le scimmie, ma il cane è quello migliore".

"E' una cosa -continua Razzi- che ho insegnato pure ai miei figli. Da quando erano piccoli gli ho sempre detto: 'il migliore amico è il cane,... poi viene il portafogli, ma quello ti può pure tradire, il cane invece no'. E poi il portamonete lo devi riempire tu, invece il cane se ha fame viene e te lo chiede, gli fai due carezze e lui capisce... . Poi però ti togli il pane dalla bocca e glielo dai, l'amicizia è questa".

Un fervore animalista ritrovato "che riguarda tutti gli animali", quello del 'senatore emigrante' che ha rispolverato la sua passione canora per "Famme cantà", brano da cui trae ispirazione anche lo spot animalista diffuso su Youtube.

Anche se nel profondo del suo animo contadino, ammette Razzi, c'è spazio solo per il cane: "Io ho sempre avuto questa passione. Quando ero un ragazzo e stavo in Abruzzo avevo un cane lupo. Come si chiamava? Beh... Lupo, era un cane lupo e lo chiamavo Lupo. Era un cane nero, bellissimo. Ci so rimasto male quando me l'hanno ammazzato. Dicevano che aveva ammazzato delle galline, ma lui era innocente. Mi so fatto dei pianti... pensa che andavo pure a mettere i fiori sulla sua tomba. L'avevo seppellito in campagna, non potevo andare mica lontano, che negli anni settanta non c'era ancora la tecnologia che ci sta oggi e manco la bicicletta c'avevo".

Da lavoratore emigrante in Svizzera, invece, continua Razzi, le cose sono cambiate: "Non ho più potuto avere un altro cane, lavoravo e non potevo stare con lui. E poi, quando non lavoravo andavo a ballare in discoteca, facevo le gare di ballo. Diciamo che pensavo più alle donne che agli animali, ma solo prima del matrimonio. Dopo niente più, infatti sono tanti anni che sono felicemente sposato".

"Se ora potessi, invece -continua- prenderei un bel cane. Quale? Un cane lupo: mia moglie preferisce quelli piccoli, ma io no. Me lo porterei pure al Senato, che non si può mai sapere: a me vogliono tutti bene e non mi è mai capitato niente, ma tante volte ci sarebbe bisogno anche da quelle parti, non si può mai dire quello che succede".

E se è il lavoro che ha portato il giovane Razzi lontano dal natio Abruzzo, oggi, da segretario della commissione Esteri di Palazzo Madama, il senatore di Forza Italia continua a viaggiare molto. Ormai celebre è la sua 'passione' per la Corea del Nord: "Li però -spiega Razzi- non ho mai visto un cane e manco un gatto. Com'è possibile non lo so, magari li tengono a casa, chiusi, e non li fanno mai uscire. Io però lì non ho mai visto animali; persone in giro a passeggio sì, ma con animali mai". E per chiarire il mistero, assicura il senatore, "quando a ottobre andrò lì per una festa nazionale, sarà l'occasione per chiederlo a Kim Jong-Un. Gli diro: 'ma insomma, che siete gelosi dei vostri animali che non ce li fate vedere?", conclude Razzi.

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