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Caso Aldrovandi, la madre: "Ritiro mie querele per diffamazione"

07 luglio 2015 | 19.56
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La madre di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti (Infophoto)
La madre di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti (Infophoto)

"Non voglio sapere più nulla di loro". La madre di Federico Aldrovandi ha annunciato, in una conferenza stampa oggi in Senato, che ritirerà le querele per diffamazione presentate nei confronti del senatore Carlo Giovanardi, dell'agente di polizia Paolo Forlani e del segretario del Coisp Franco Maccari. "Non è un perdono, e d'altra parte nessuno mi ha mai chiesto scusa, ma non spenderò più minuti della mia vita per queste persone e per i loro pensieri".

"Ho perso Federico che aveva 18 anni la notte del 2 settembre di dieci anni fa..." Inizia così la lettera con cui Patrizia Moretti motiva la sua scelta di mettere un punto a una vicenda lunga anni e insulti, menzogne e depistaggi. Una vicenda che ha portato alla condanna in via definitiva dei quattro agenti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri per l'omicidio di Federico Aldrovandi.

"Dopo la morte di Federico - spiega la madre - abbiamo dovuto difendere la sua vita vissuta e la sua dignità assurdamente minacciate". Le querele per diffamazione nei confronti di Giovanardi, Forlani e Maccari, erano state presentate a seguito di loro dichiarazioni e azioni "volgari, offensive e dolorose nei confronti di Federico e della nostra famiglia" scrive Patrizia Moretti nella lunga lettera intitolata 'Io ci sto male, per loro è un mestiere'.

Giovanardi "ebbe il coraggio di dire che il cuscino sotto la testa di Federico all'obitorio non era macchiato di sangue ma era rosso". "Falsità e bugie" sono arrivate anche dal segretario del Coisp Franco Maccari, che organizzò una manifestazione, a sostegno dei quattro poliziotti condannati, sotto le finestre dell'ufficio della Moretti a Ferrara, e dall'agente Forlani: "non dimenticherò mai le offese che mi ha rivolto dopo la sentenza della Cassazione - confessa la madre di Federico - è stato lui, sconosciuto e violento, ad appropriarsi degli ultimi istanti della vita di mio figlio".

Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Aldrovandi, parla di "una scelta di cuore dettata dal dolore, dalla voglia di non confrontarsi più con queste persone". L'avvocato spiega che l'annuncio di Patrizia di voler ritirare tutte le querele "arriva proprio alla vigilia del processo nei confronti di Paolo Forlani. Ora - precisa Anselmo - tutte le accuse decadranno". E definisce la scelta della Moretti una "posizione di forza che non chiede nulla in cambio".

Ha "riflettuto a lungo" Patrizia prima di decidere di ritirare le querele: "alla fine mi sono accorta che avevamo vinto su tutti i fronti - spiega - non vi era più alcun dubbio, tra l'opinione pubblica, sulle persone che ho querelato". Vuole mettere un punto la madre di Federico. Non vuole "più saper nulla di queste persone, che offendono un ragazzo morto e alimentano il dolore di una famiglia. Non voglio neanche più sentire pronunciare i loro nomi".

Di questi dieci lunghi anni, dal quel 25 settembre 2005 quando Federico morì sull'asfalto in via Ippodromo a Ferrara, a Patrizia Moretti resta ''il mio impegno di cittadina per contribuire a rendere questo Paese un po' più civile, e questo impegno mi vedrà come sempre a fianco dell'associazione degli amici di Federico per l'introduzione del reato di tortura e ogni altra forma di trasparenza e giustizia. C'è molta strada da fare - conclude - confronti, discussioni, leggi giuste. Bisogna affrontare il problema degli abusi in divisa perché esiste ed è grave''.

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