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Papa Francesco ai poveri di Asunción: "Vostre capanne come grotta di Betlemme"

12 luglio 2015 | 15.25
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Papa Francesco durante la sua visita ad Asunción (Foto Afp)  - AFP
Papa Francesco durante la sua visita ad Asunción (Foto Afp) - AFP

Nell'ambito del viaggio Apostolico che lo ha già portato in Ecuador e Bolivia, Papa Francesco è da ieri in Paraguay ed oggi visita la popolazione di una baraccopoli della capitale Asunción. Questa mattina, lasciata la Nunziatura Apostolica, il Santo Padre si è recato in visita nel Bañado Norte di Asunción, una zona molto povera della città, in cui sono attivi diversi progetti di assistenza della Chiesa e dello Stato.

Il Papa è stato accolto davanti alla Cappella di San Juan Bautista - una delle 13 cappelline distribuite sul territorio e che formano la parrocchia della Sagrada Familia - dal parroco, Padre Ireneo Valdez, S.I., e dal Provinciale dei Gesuiti, che hanno presentano la comunità. Dopo alcuni canti e due testimonianze di donne che abitano nella baraccopoli, che hanno chiesto condizioni più degne ma anche portato grandi testimonianze di fede e speranza, il Santo Padre ha pronunciato un discorso alla popolazione.

"Cari fratelli e sorelle -ha detto il Papa- con grande gioia ho voluto farvi visita questa mattina. Non potevo trovarmi in Paraguay senza venire da voi, senza stare nella vostra terra. Ci incontriamo qui in questa Parrocchia intitolata alla Sacra Famiglia e vi confesso che mentre venivo camminando, tutto mi faceva ricordare la Sacra Famiglia. Vedere i vostri volti, i vostri figli, i vostri nonni. Ascoltare le vostre storie e tutto quello che avete realizzato per stare qui, tutte le lotte che avete fatto per avere una vita degna, un tetto. Tutto quello che fate per superare l’inclemenza del tempo, le inondazioni di queste ultime settimane, tutto mi riporta alla memoria la piccola famiglia di Betlemme. Una lotta che non vi ha rubato il sorriso, la gioia, la speranza. Una lotta che non vi ha tolto la solidarietà, al contrario, l’ha stimolata, l’ha fatta crescere".

"Mi voglio soffermare su Giuseppe e Maria a Betlemme. Essi dovettero lasciare la propria terra, i propri cari, i propri amici. Dovettero lasciare le proprie cose e andare in un’altra terra. Una terra in cui non conoscevano nessuno, non avevano casa, né famiglia. In quel momento, quella giovane coppia ebbe Gesù. In quel contesto, in una grotta, preparata come avevano potuto, quella giovane coppia ci ha regalato Gesù. Erano soli, in una terra estranea, loro tre. All’improvviso iniziarono ad apparire dei pastori. Persone come loro che avevano dovuto lasciare la propria realtà allo scopo di trovare migliori opportunità familiari. La loro vita era legata alle inclemenze del tempo e di 'altro genere'".

"Questo è ciò che accade quando Gesù appare nella nostra vita. Questo è ciò che la fede suscita. La fede ci rende prossimi, ci fa prossimi della vita degli altri. La fede suscita il nostro impegno, la nostra solidarietà. La nascita di Gesù risveglia la nostra vita. Una fede che non si fa solidarietà, è una fede morta. È una fede senza Cristo, una fede senza Dio, una fede senza fratelli. Il primo ad essere solidale fu il Signore, che scelse di vivere tra di noi, che scelse di vivere in mezzo a noi. Io vengo come quei pastori. Voglio farmi prossimo. Voglio benedire la vostra fede, benedire le vostre mani, benedire la vostra comunità. Sono venuto a rendere grazie con voi, perché la fede si è fatta speranza ed è speranza che stimola l’amore. La fede che Gesù suscita è una fede con la capacità di sognare il futuro e di lottare per esso nel presente. Proprio per questo voglio incoraggiarvi a continuare ad essere missionari, a continuare a contagiare questa fede per queste strade, per questi sentieri. Facendovi prossimi specialmente dei più giovani e degli anziani. Sostegno delle giovani famiglie e di coloro che stanno attraversando momenti di difficoltà", ha proseguito il Papa.

"Voglio raccomandare le vostre famiglie alla Sacra Famiglia, perché il suo modello, la sua testimonianza continui ad essere luce nel cammino, stimolo nei momenti difficili e ci regali sempre quei 'pastori', quei sacerdoti, quei vescovi, capaci di accompagnare, di sostenere e di stimolare la vita delle vostre famiglie, quella fede solidale che non è mai offensiva". Il Papa ha poi invitato tutta la comunità a recitare insieme il Padre Nostro. "Vi invito a pregarla insieme e vi chiedo di non dimenticarvi di pregare per me", ha concluso.

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