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19enne muore dopo notte in discoteca nel Salento, Osservatorio minori: "Genitori irresponsabili"

09 agosto 2015 | 11.17
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Foto dai profili Facebook del Guendalina e Di Lorenzo Toma
Foto dai profili Facebook del Guendalina e Di Lorenzo Toma

Aveva bevuto poco prima una bibita ghiacciata e, subito dopo essere uscito dalla discoteca, si è accasciato ed è morto. E' successo nella notte a Santa Cesarea Terme, in provincia di Lecce, davanti al Guendalina. La vittima, Lorenzo Toma, è un 19enne di Lecce che era insieme ad alcuni amici.

Sul posto sono accorse due ambulanze del 118 il cui personale ha praticato varie manovre di rianimazione per un'ora circa, ma per il giovane non c'è stato nulla da fare.

"Sono ancora stordito, non riesco a capire cosa sia successo veramente. Un ragazzo che stava ballando si è sentito male, è caduto a terra, abbiamo provato a soccorrerlo, a fargli il massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca, perché le autoambulanze non arrivavano, è arrivata dopo 40 minuti e il ragazzo è morto". Così a 'Radio Capital' Vincenzo De Robertis, manager del Guendalina. "A oggi non si può dire che è morto per motivi di droga - ha aggiunto - lo sapremo dopo l'autopsia".

E se il sindaco di Gallipoli dopo aver puntato il dito contro le famiglie si è scudato, l'Osservatorio sui Diritti dei minori non usa mezze parole. “Se le famiglie fossero più responsabili non ci sarebbe alcun bisogno di leggi e gruppi di pressione per garantire ai Minori la tutela dei loro diritti. Più che primarie agenzie di socializzazione sono divenute uffici deleganti”, è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio.

"Se le famiglie esercitassero un po' più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare", aveva scritto in un tweet del sindaco di Gallipoli, Francesco Errico, dopo la morte del 19enne. Poi il dietrofront: "Se ho offeso la famiglia chiedo umilmente scusa. Il mio post voleva solo proteggere i ragazzi che hanno bisogno di aiuto per evitare la droga". E ancora: "Sono rammaricato perché il mio è stato solo un urlo di dolore e disperazione per chi,come me ha figli e nipoti di quell'eta'!

Il prefetto di Lecce Claudio Palomba ha intanto convocato per domani alle 13 una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica a seguito della morte di Lorenzo, che frequentava l'istituto Costa di Lecce.

La famiglia di Lamberto Lucaccioni, il 16enne morto dopo aver preso l'ecstasy al Cocoricò , si "unisce al grande dolore della famiglia del ragazzo morto a Lecce" e, scrive in una nota diramata tramite il loro legale Roberto Bianchi, "tiene a precisare che il coraggioso consapevole e determinato provvedimento assunto dal questore Maurizio Improta (il questore di Rimini che ha chiuso il Cocoricò, ndr) non può di certo da solo risolvere in venti giorni il problema dei decessi di giovani in Italia per droga, ma di certo tale provvedimento ritenuto pienamente legittimo dal TAR Emilia Romagna può costituire un ottimo precedente per dare impulso ai questori di tutta Italia colleghi del dottor Improta di emettere altrettanti provvedimenti in casi analoghi fino a giungere, perché no, ad un intervento legislativo da parte del nostro Parlamento per stringere le maglie del traffico di stupefacenti ed aumentare i controlli nelle discoteche ritenute più a rischio come il Cocorico'".

Silb: "Ripensare prevenzione" - "Sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte, aspettiamo che sia fatta luce sull'accaduto. Al momento sarebbe azzardato dare un giudizio", commenta Maurizio Pasca, presidente del Silb (Associazione Italiana Locali da Ballo). Fermo restando che sono da accertare le cause della morte, certo è, prosegue il presidente del Silb, che "non si può morire in discoteca. Dispiace che fatti come questo accadano in un luogo frequentato da giovani e giovanissimi. Evidentemente le campagne di sensibilizzazione atte ad arginare il fenomeno rimangono vane". Una cosa è certa: per il presidente del Silb "va fatta più prevenzione a monte". L'ipotesi da valutare, secondo Pasca, è "isolare la frequentazione dei giovanissimi, penso ai ragazzi tra i 14 e i 17 anni, a determinati orari, pensare ad esempio al pomeriggio, una fascia oraria che sarebbe più controllata, in cui anche i genitori potrebbero vigilare di più. Non si può più morire in discoteca".

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