Sarebbe stato un concorso di cause a determinare il decesso del 45enne torinese morto mercoledì scorso a seguito di un ricovero forzato per Tso. A innescare la sequenza di eventi, potrebbe essere stata la forte compressione muscolare all'altezza del petto della vittima a cui si sarebbe accompagnata una presunta carenza nei soccorsi quando l'uomo avrebbe manifestato i segni di crisi respiratoria ancor prima di essere caricato sull'ambulanza per raggiungere l'ospedale dove è morto poco dopo.
A quanto si apprende sarebbero queste le prime indicazioni dell'autopsia, sulla quale ora si attende la relazione dettagliata del medico legale nominato dalla procura che questa mattina insieme ai consulenti delle parti ha eseguito l'esame autoptico sul corpo dell'uomo.
Intanto, in procura è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo e sono stati iscritti nel registro degli indagati un medico psichiatra e tre agenti di polizia municipale.
"Dalle prime risultanze dell'autopsia - ha spiegato Giovanni Maria Soldi, legale della famiglia del 45enne - ci sarebbe un nesso tra la manovra che sarebbe stata eseguita durante l'intervento e la crisi respiratoria. Inoltre, resta da capire - ha aggiunto - quanto il susseguirsi degli eventi avrebbero influito sulla morte e perché non sarebbe stato prestato alcun tipo soccorso a una persona in evidente stato di difficoltà respiratoria".
"È il momento di sospendere ogni giudizio e ogni ipotesi", sottolinea Anna Ronfani, legale del medico psichiatra indagato. "Gli accertamenti sono lunghi ed elaborati tanto che è stato chiesto e ottenuto il termine di 90 giorni per il deposito delle relazioni. È quindi necessario attendere tutti gli approfondimenti giustamente disposti dalla procura", conclude l'avvocato.
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