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Mafia: difensore Dell'Utri, domani andrò da lui, col caldo carcere ancora più duro

13 agosto 2015 | 19.17
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(Infophoto)
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"Il quadro clinico di Marcello dell'Utri non è dei migliori e in una stagione così calda la segregazione si fa molto sofferente. Non ha ripreso peso, è dimagrito ma cerca di fronteggiare la situazione". A raccontare all'Adnkronos la condizione che vive l'ex senatore di Forza Italia ed ex braccio destro di Silvio Berlusconi è l'avvocato Giuseppe Di Peri, storico difensore di Dell'Utri. Condannato in via definitiva a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, Dell'Utri è recluso nel carcere di massima sicurezza di Parma.

Anche in questi giorni a ridosso del Ferragosto riceverà la visita del suo legale. "Io sono già a Parma e lo vedrò domani - racconta ancora Di Peri. I familiari lo vanno a trovare spessissimo, si cerca di non lasciarlo da solo in un momento così particolare. Lui ha mostrato una grande capacità reattiva che spero gli duri ancora".

L'ex senatore "dedica il suo tempo alla lettura, risponde a tutti coloro che gli scrivono, cerca di fare un po' di movimento che per lui è importantissimo dal punto di vista cardiologico ma - sottolinea - c'è una situazione che non è delle migliori".

"Quella di Dell'Utri è una segregazione dura: pur essendoci un'ottima preparazione da parte della Polizia Penitenziaria si trova in un carcere di massima sicurezza, dove d'estate non si ha nemmeno diritto a un ventilatore per motivi di sicurezza. Per un cardiopatico come lui tutta questa sofferenza - ribadisce - viene accentuata".

Dell'Utri, racconta Di Peri, "non si sente abbandonato dai suoi amici, né da nessun altro, ha purtroppo questa grande afflizione dovuta a un procedimento che è andato come andato. Peraltro ci sono vari interventi a livello europeo e nazionale, la Corte Costituzionale è intervenuta per diversificare sia pure in relazione alle misure cautelari il concorrente esterno da chi partecipa pienamente all'associazione. Tutta questa situazione fa apparire ancora più ingiusta questa severa condanna".

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