Un uomo di 67 anni è stato fermato dai Carabinieri di Frosinone in collaborazione con quelli di Anagni e della Stazione di Ferentino, per l'omicidio del cacciatore di 63 anni trovato morto due giorni fa a Ferentino, in un bosco poco distante dalla sua abitazione. L'accusa è di omicidio colposo, costruzione, detenzione e porto di arma clandestina e omissione di soccorso.
In un primo momento si era pensato a un nuovo attacco mortale da parte di un cinghiale, invece le indagini hanno portato subito a inquadrare il delitto nell’ambito della caccia di frodo ai cinghiali, cui erano dediti sia la vittima che il fermato. Proprio quest’ultimo è stato trovato in possesso di tre congegni artigianali atti allo sparo, tra cui quello da cui era partito il colpo che ha ferito mortalmente il 63enne.
I carabinieri hanno appurato così che il 67enne la sera del 9 settembre aveva collocato una trappola esplosiva su un cosiddetto “passo del cinghiale”, piccolo e stretto sentiero situato a ridosso tra la sua proprietà e il terreno dove è stato trovato il cadavere. La vittima, durante un sopralluogo in occasione dell’approssimarsi della stagione di caccia al cinghiale, ha azionato involontariamente il congegno ed è stato colpito proprio all’arteria femorale, morendo dissanguato.
L’arrestato, rintracciato dai militari presso la propria abitazione, ha ammesso le proprie responsabilità durante l'interrogatorio con il magistrato e ha detto ai carabinieri dove si trovavano le armi rudimentali, nascoste in un terreno di sua proprietà a Ferentino.
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