Cresce il bisogno di sicurezza degli italiani. A sentirsi sicuro in casa propria solo il 49% dei cittadini, tre italiani su quattro possiedono almeno un sistema di sicurezza. Sono i dati presentati oggi da Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia, e Corrado Peraboni, amministratore delegato Fiera Milano in occasione della conferenza stampa di "Sicurezza 2015", la manifestazione in programma dal 3 al 5 novembre a Milano.
Negli ultimi 11 anni è aumentata la propensione degli italiani a proteggersi: nel 2004 solo il 56% delle persone possedeva sistemi di sicurezza, oggi la percentuale è salita al 75%. Per avere più garanzie di protezione gli italiani intervistati si sono detti disposti a rinunciare anche a parte della propria privacy e a investire quasi l’equivalente di un intero stipendio mensile (1200 euro) per mettere in sicurezza la casa. Un problema percepito come prioritario rispetto alle preoccupazioni sullo stato di salute e le ansie derivate dalla crisi economica. Secondo una recente ricerca del sociologo Marzio Barbagli il numero di furti e reati è drasticamente aumentato dal 2009 ad oggi.
I cittadini che vivono nelle città di medie dimensioni (tra i 30 e i 10 mila abitanti) si sentono più sicuri rispetto a quelli dei piccoli o dei grandi centri. I sistemi di sicurezza più utilizzati sono quelli tradizionali come porte blindate, serrature e ringhiere in ferro. Ancora poco diffusi invece i sistemi tecnologici di allarme e videosorveglianza. "I sistemi di sicurezza tradizionali - ha detto Pagnoncelli - di cui dispongono più di due terzi degli italiani, non sono più sufficienti allo stato attuale. Si guarda con maggiore interesse ai sistemi di sicurezza tecnologicamente avanzati, fino ad arrivare a quelli gestiti da remoto, via smartphone o tablet".
