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Migranti, Papa: "Parrocchie non temano minaccia a loro tranquillità"

01 ottobre 2015 | 12.56
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(Infophoto) - INFOPHOTO
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"La rivelazione biblica incoraggia l'accoglienza dello straniero: eppure, non cessano di moltiplicarsi i dibattiti sulle condizioni e sui limiti da porre all'accoglienza; non solo nelle politiche degli Stati, ma anche in alcune comunità parrocchiali che vedono minacciata la loro tranquillità tradizionale". E' la 'bacchettata' di Papa Francesco - contenuta nel messaggio per la 'Giornata mondiale del migrante e del rifugiato', che la Chiesa celebra il 17 gennaio - a quelle realtà religiose diocesane, mostratesi 'freddine' o titubanti nel recepire il suo appello affinché tutte le parrocchie europee accolgano almeno una famiglia di profughi.

Il Pontefice ricorda che la Bibbia esorta ad accogliere lo straniero, motivando questo invito con "la certezza che così facendo si aprono le porte a Dio e nel volto dell’altro si manifestano i tratti di Gesù Cristo". Francesco sottolinea con soddisfazione che "molte istituzioni, associazioni, movimenti, gruppi impegnati, organismi diocesani, nazionali e internazionali sperimentano lo stupore e la gioia della festa dell’incontro, dello scambio e della solidarietà".

"ACCOGLIENZA NON RIGUARDI SOLO I 'REGOLARI'" - "Guardare ai migranti non soltanto in base alla loro condizione di regolarità o di irregolarità, ma soprattutto come persone, tutelate nella loro dignità". E' l'esortazione di Papa Francesco. "I migranti - ricorda il Pontefice - possono contribuire al benessere e al progresso di tutti, in particolar modo quando assumono responsabilmente dei doveri nei confronti di chi li accoglie, rispettando con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del Paese che li ospita, obbedendo alle sue leggi e contribuendo ai suoi oneri".

In ogni caso, avverte il Papa, "non si possono ridurre le migrazioni alla dimensione politica e normativa, ai risvolti economici e alla mera compresenza di culture differenti sul medesimo territorio. Questi aspetti sono complementari alla difesa e alla promozione della persona umana, alla cultura dell'incontro dei popoli e dell'unità".

"INFORMAZIONE SIA CORRETTA" - "E' indispensabile che l'opinione pubblica sia informata in modo corretto, anche per prevenire ingiustificate paure e speculazioni sulla pelle dei migranti", chiede con forza il Papa. "La presenza dei migranti e dei rifugiati interpella seriamente le diverse società che li accolgono - premette il Pontefice - Esse devono far fronte a fatti nuovi che possono rivelarsi improvvidi se non sono adeguatamente motivati, gestiti e regolati". Ma, in ogni caso, occorre "fare in modo che l'integrazione diventi vicendevole arricchimento, apra positivi percorsi alle comunità e prevenga il rischio della discriminazione, del razzismo, del nazionalismo estremo o della xenofobia".

"INDIFFERENZA INTERNAZIONALE COMPLICE DI CHI PROVOCA TRAGEDIE" - "L'indifferenza e il silenzio della comunità internazionale aprono la strada alla complicità, quando assistiamo come spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragi", accusa Papa Francesco.

Sottolinea il Pontefice: "Di grandi o piccole dimensioni, sono sempre tragedie quando si perde anche una sola vita umana. I migranti - ricorda - sono nostri fratelli e sorelle, che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall'ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti. Non è forse desiderio di ciascuno quello di migliorare le proprie condizioni di vita e ottenere un onesto e legittimo benessere da condividere con i propri cari?", chiede Papa Francesco.

"C'E' ANCHE UN DIRITTO A NON DOVER EMIGRARE" - "Difendere il diritto di ciascuno a vivere con dignità, anzitutto esercitando il diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del Paese d'origine", sollecita Papa Francesco. "Questo processo - spiega il Pontefice - dovrebbe includere, nel suo primo livello, la necessità di aiutare i Paesi da cui partono migranti e profughi. Così si conferma che la solidarietà, la cooperazione, l'interdipendenza internazionale e l'equa distribuzione dei beni della terra sono elementi fondamentali per operare in profondità e con incisività soprattutto nelle aree di partenza dei flussi migratori, affinché cessino quegli scompensi che inducono le persone, in forma individuale o collettiva, ad abbandonare il proprio ambiente naturale e culturale". In ogni caso, per Papa Francesco "è necessario scongiurare, possibilmente già sul nascere, le fughe dei profughi e gli esodi dettati dalla povertà, dalla violenza e dalle persecuzioni".

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