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Migranti: mamme Tiburtino III in sit in a Roma, no a centro vicino a scuola materna

25 ottobre 2015 | 17.37
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'Transitanti' alla Stazione Tiburtina di Roma (Adnkronos)
'Transitanti' alla Stazione Tiburtina di Roma (Adnkronos)

Non ne vogliono sapere di avere un centro che ospita 'transitanti' confinante con la scuola materna dove vanno i loro figli. Così le mamme del popolare quartiere romano Tiburtino III tornano a manifestare. Questa volta però il presidio non sarà sotto le loro case ma davanti al dipartimento capitolino delle Politiche sociali, in viale Manzoni, dove i residenti contrari al centro di accoglienza si vedranno a partire dalle 15 di domani, lunedì 26.

"Se rimaniamo nel nostro quartiere non ci ascolta nessuno - spiegano i promotori del presidio - Per chi non è di qua Tiburtino III non esiste. E allora ci spostiamo in centro, andiamo sotto il dipartimento, per farci ascoltare dall'assessore Francesca Danese, che ha destinato l'ex sede dei vigili urbani all'ospitalità dei migranti provenienti dalla stazione Tiburtina senza neanche ascoltarci".

"Il fatto è che noi abbiamo paura e ci sentiamo vittime di un'ingiustizia", racconta all'Adnkronos una delle signore che parteciperà alla protesta di domani. In piazza è già scesa due o tre volte, "anche se non l'avevo mai fatto prima", spiega. "Finora abbiamo protestato davanti al centro di accoglienza, abbiamo cercato di far ascoltare le nostre ragioni ma nessuno ha voluto darci retta, nessuno si è mai degnato di venire da noi, di dare un segnale. D'altra parte, al Tiburtino III siamo abituati ad essere abbandonati - lamenta amaramente - Ci lasciano in mezzo alla criminalità, senza servizi, senza niente. Ai politici interessano solo i quartieri bene, il centro, le periferie possono morire soffocate nel degrado e nemmeno se ne accorgono".

A preoccupare i residenti c'è innanzitutto la contiguità tra la struttura di via del Frantoio 44 e la scuola materna: i due immobili sono separati solo da una rete, "tutta rotta", spiegano le mamme. Attualmente il centro è 'sold out': "E' stato raggiunto il limite di capienza. Ci sono 55 ospiti su 55 posti disponibili - spiega Mauro Antonini, coordinatore di Sovranità Lazio, il movimento, vicino a Matteo Salvini, che sta sostenendo la proposta dei residenti - E le condizioni in cui queste persone sono sistemate, con tutto il rispetto per i volontari della Croce rossa che stanno lavorando al meglio, non sono dignitose per un paese come il nostro. Gli immigrati, in maggioranza eritrei, con tanti minorenni, sono ammassati senza spazio adeguato e lasciati senza occupazione"

E già, perché la struttura è per sua natura destinata a ospitare soprattutto 'transitanti', quindi persone che hanno una permanenza breve, di quattro o cinque giorni: vengono identificati e poi vengono trasferiti altrove, spiega Antonini. E nel centro non arrivano accompagnati: "Li vediamo arrivare alla spicciolata - racconta un altro dei residenti - Oramai è frequente vedere ragazzini eritrei che girano per il quartiere, magari con un pezzetto di carta in mano con su scritto l'indirizzo. Sanno che la Croce rossa li accoglierà e vanno lì. Tra l'altro, proprio lì vicino c'è un altra struttura, questa volta gestita da Eriches 29, dove da anni sono ospitati un centinaio di immigrati. A noi non sta bene, non ci sono regole, non c'è sicurezza". Soprattutto, "nessuno ci ha mai consultato", ribadisce.

"I residenti hanno ragione e noi li sosterremo in questa lotta fino all'ultimo - aggiunge Antonini - La politica non può decidere in autonomia, ignorando le istanze, più che legittime, dei cittadini, e sempre in pregiudizio dei più deboli. Rimarremo in presidio a oltranza, fino a quando l'assessore Danese non si deciderà a riceverci e ad ascoltarci".

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