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Astronomia

Happy Hour con la cometa, Lovejoy rilascia nello spazio l'alcol di 500 bottiglie di vino

27 ottobre 2015 | 11.24
LETTURA: 3 minuti

(Credit: NASA/MSFC/ Jacobs Technology/ ESSSA/ Aaron Kingery)
(Credit: NASA/MSFC/ Jacobs Technology/ ESSSA/ Aaron Kingery)

'Amore e gioia' nello spazio, con zucchero e alcol. Non è l'invito ad un galattico happening hippie, ma una scoperta scientifica senza precedenti. "Abbiamo scoperto che la cometa Lovejoy, nel picco della sua attività, rilascia ogni secondo alcol equivalente a quello di almeno 500 bottiglie di vino". E' quanto ha rivelato Nicolas Biver del Paris Observatory, autore di un articolo pubblicato lo scorso 23 ottobre su 'Science Advances'.

Il team dell'osservatorio francese ha trovato 21 differenti molecole organiche nel gas rilasciato dal corpo celeste, compreso alcool etilico e glicolaldeide, uno zucchero semplice: "Nell'indagine dello spettro di Lovejoy abbiamo rilevato 21 molecole, due delle quali - alcol etilico (etanolo) e glicolaldeide - identificati per la prima volta in una cometa".

Una scoperta che va così ad aggiungersi, si legge sul sito della Nasa, alle teorie che ritengono le comete come possibili fonti di molecole organiche complesse necessarie per la nascita della vita. Questi corpi celesti, infatti, contengono i 'resti congelati' di ciò che era presente durante la formazione del nostro sistema solare.

Per questo gli scienziati se ne interessano: perché - in quanto relativamente incontaminate - possono fornire indizi su come è stato creato il nostro sistema solare.

Anche se la maggior parte delle comete orbita in zone remote della galassia e lontane dal Sole, di tanto in tanto, una perturbazione gravitazionale ne spedisce una più vicino alla nostra stella madre, dove si riscalda e rilascia gas, permettendo agli scienziati di determinarne la composizione.

Lovejoy (catalogata come C/2014 Q2 e passata vicino al Sole il 30 gennaio 2015) è una delle comete più luminose e più attive dopo Hale-Bopp, che fu una delle più osservate del XX secolo durante il suo transito al perielio (il punto più vicino al Sole) il primo aprile 1997.

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