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Scontri al corteo No Expo, arresti in Italia e Grecia

12 novembre 2015 | 08.23
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Le devastazioni del primo maggio a Milano

Per i disordini del primo maggio a Milano, nel giorno di apertura dell'Expo, la polizia ha eseguito oggi 10 ordini di cattura per cinque italiani e cinque greci, accusati di devastazione e saccheggio, resistenza a Pubblico Ufficiale aggravata e travisamento. Per otto di loro sono scattate le manette mentre un italiano e un greco sono ancora ricercati. Lo ha spiegato il Procuratore aggiunto, Maurizio Romanelli, nel corso di una conferenza stampa in Questura. I quattro italiani sono milanesi e di età compresa tra i 25 e i 30 anni. I greci, tutti provenienti da Atene, hanno tra i 19 e i 24 anni.

L'dentificazione dei dieci in arresto, è stata possibile, ha spiegato Romanelli, grazie alle numerose immagini e fotografie girate e scattate durante i disordini, dalla Polizia Scientifica ma anche da operatori tv o da semplici cittadini. Il 'blocco nero', dal quale sono partiti i disordini più gravi, era composto da non meno di 300 antagonisti, per lo più squatter e anarchici.

I destinatari dei provvedimenti sono 5 giovani milanesi appartenenti alla locale area Anarco-Squatter/Antagonista, già noti agli agenti della Digos milanese, e 5 anarchici greci. A questi si aggiungono 5 indagati a piede libero per i medesimi reati: tre milanesi, un comasco e un greco.

I giovani arrestati si sarebbero "compattati in modo da formare un unico blocco nero" e avrebbero commesso più di un centinaio di fatti di devastazione in concorso "con almeno 300 soggetti". E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano Donatella Banci Buonamici su richiesta del pm Piero Basilone. Otto (4 milanesi e 4 greci) sono già in carcere, mentre due (un greco e un milanese) latitanti.

I giovani sono soggetti" che fanno delle forme di protesta violenta il loro vivere quotidiano", emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano. Per loro, si legge ancora, le continue occasioni di protesta sociale "certamente costituiscono un pretesto per le frange più violente per creare disordini, danneggiamenti e devastazioni". Hanno creato "una situazione di autentico terrore nel centro cittadino protrattosi per circa tre ore ricorrendo sistematicamente ad atti di vandalismo".

Avrebbero avuto diversi obiettivi sensibili da colpire. Tra questi ci sarebbe stato, secondo gli inquirenti, anche Palazzo delle Stelline. Le azioni più gravi e violente, si ricostruisce nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano, sono avvenute a largo D'Ancona e nelle vie limitrofe.

Per arrivare agli arresti, sono stati esaminati oltre 600 giga di immagini, ha spiegato il responsabile della Digos milanese, Fabio Ciccimarra. Da queste immagini, sono stati estrapolati centinaia e centinaia di fotogrammi che hanno consentito, grazie soprattutto all'abbigliamento, l'identificazione. Tutti gli arrestati dovranno rispondere di devastazione, resistenza e travisamento.

Per quanto riguarda l'identificazione degli attivisti greci, ha spiegato Ciccimarra, il giorno dopo i disordini, in uno stabile occupato di piazza Piemonte, sono stati identificati 14 cittadini in procinto di ripartire per il loro paese. Una volta giunti in Grecia, grazie alla collaborazione della polizia ellenica, quattro di loro sono stati arrestati mentre uno è ancora latitante.

L'attività investigativa, hanno spiegato Romanelli e Ciccimarra, non si esaurisce però con questi arresti. Le indagini andranno avanti alla ricerca di altri attivisti che hanno preso parte ai disordini, ma sopratutto per cercare la mente organizzativa del 'blocco nero' che, per ora, sembra essere sfuggita. Con gli arresti di oggi, ha spiegato ancora Romanelli "si è voluto dare l'idea che una prima risposta c'è stata".

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