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Aids: terapia più smart con anti-Hiv '3 in 1', in arrivo in Italia

20 novembre 2015 | 18.16
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Aids: terapia più smart con anti-Hiv '3 in 1', in arrivo in Italia

Un nuovo farmaco '3 in 1' contro l'Hiv sta per sbarcare in Italia. Contiene 3 principi attivi in un'unica compressa, per facilitare l'assunzione da parte dei pazienti in lotta con il virus dell'Aids. Nella Penisola "sarà disponibile a partire dai primi mesi del 2016 - spiega Maurizio Amato, amministratore delegato per l'Italia di Viiv Healthcare - A quel punto, dopo l'autorizzazione nazionale, inizierà la 'via crucis' a livello locale. Regionale, di distretto, in qualche caso anche di singolo ente", per approvare le modalità di distribuzione.

Il manager lo spiega all'AdnKronos Salute in occasione di un convegno promosso dal gruppo farmaceutico oggi a Torino, per discutere di Hiv e terapie innovative. Fiore all'occhiello del nuovo trattamento è l'inibitore dell'integrasi dolutegravir, molecola che un anno fa si è guadagnata il titolo di 'farmaco innovativo' da parte dell'Agenzia italiana del farmaco, e che ora entra fra i componenti della 'super-compressa' insieme ad abacavir e lamivudina, inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa.

"Dolutegravir è stato riconosciuto dall'Aifa come farmaco innovativo. Questo vuol dire che ha delle caratteristiche che lo differenziano sostanzialmente da tutti gli altri farmaci, sia in termini di efficacia che di tollerabilità", afferma Massimo Andreoni, professore ordinario di malattie infettive dell'università di Roma Tor Vergata, tra i relatori dell'incontro scientifico.

"I farmaci antiretrovirali che sono disponibili da circa 20 anni - ricorda Amato - hanno cambiato la vita ai pazienti, perché si è passati dalla morte alla sopravvivenza. Ma chi si ammala, purtroppo, è ancora costretto ad assumere la terapia antiretrovirale a tempo indeterminato. Ne deriva che l'utilizzo di farmaci sempre più efficaci, sempre più potenti, sempre meglio tollerati e in grado di facilitare anche l'aderenza, favorisce il trattamento a lungo termine del paziente".

Oggi, dunque, l'Hiv non è più l'epidemia killer degli anni '80. Se diagnosticata precocemente l'infezione può essere trattata, ma i pazienti devono imparare a convivere con il virus - per il quale oggi ancora non c'è una cura - e con terapie da assumere a vita. E dal mondo delle associazioni si rinnova l'appello a garantire a tutti le stesse opportunità di accesso ai trattamenti innovativi.

"Esistono delle norme che obbligano le Regioni a rendere immediatamente disponibili dei medici e dei pazienti i farmaci innovativi - osserva Rosaria Iardino, presidente onorario di Nps (Network persone sieropositive) Italia Onlus - Purtroppo nel nostro Paese questo non accade in oltre il 73% delle regioni", secondo uno studio condotto da Nps. "A seconda della regione in cui uno vive ha l'opportunità o meno di accedere a farmaci innovativi. Come pazienti - conclude Iardino - semplicemente chiediamo di essere curati in maniera equa in tutte le regioni d'Italia".

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