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Vatileaks, prima udienza per Nuzzi e Fittipaldi: "Processo kafkiano"

24 novembre 2015 | 10.58
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Vatileaks, prima udienza per Nuzzi e Fittipaldi:

La prima udienza al Tribunale del Vaticano nell'ambito dell'inchiesta Vatileaks 2, sulla sottrazione e diffusione di documenti riservati della Santa Sede, si è conclusa con la bocciatura da parte del collegio giudicante presieduto da Giuseppe Dalla Torre di due eccezioni sollevate dai difensori di ufficio di mons. Vallejo Balda e del giornalista Emiliano Fittipaldi.

IN AULA TUTTI GLI IMPUTATI - In aula erano presenti tutti e cinque gli imputati, accompagnati dai rispettivi avvocati: monsignor Lucio Vallejo Balda, il suo collaboratore Nicola Maio, Francesca Immacolata Chaouqui e i giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, autori rispettivamente dei libri 'Via Crucis' e 'Avarizia', da cui è scaturita l'inchiesta.

RESPINTE LE ECCEZIONI - L'autore di 'Avarizia', tramite il legale Lucia Musso, aveva fatto presente, a inizio dibattimento, che nelle dieci pagine di imputazione non c'è la "minima descrizione di ciò che gli viene imputato". L'avvocato Musso, in particolare, ha contestato che non si è parlato di quali sarebbero i documenti e le notizie riservate, lamentando quindi una impossibilità di difesa. Musso ha detto che l'atto di citazione non contiene "l'enunciazione precisa della contestazione mossa a Fittipaldi. Si parla solo di art. 116 ma non si parla di atti, documenti e notizie pubblicate oggetto di contestazione". Solo a pagina 8 (su dieci pagine dei capi di imputazione), ha fatto presente il legale, Fittipaldi viene inserito nella descrizione dei fatti in cui si parla di presunte pressioni a Balda.

Per il pm aggiunto Zannotti l'eccezione di Fittipaldi sulla nullità della citazione in giudizio doveva ritenersi "infondata". I documenti, ha sottolineato il pm vaticano nel suo parere, non sono specificati perché la contestazione sta "nell'essersi procurati documenti in maniera illecita". Da qui la sua richiesta di rigetto dell'eccezione sollevata, eccezione che dopo circa tre quarti d'ora di camera di consiglio è stata rigettata dalla Corte.

In un nota di padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, si spiega che "il Promotore di Giustizia, nella persona del prof. Zannotti, ha risposto" all'eccezione "argomentando che non si intende conculcare la libertà di stampa, ma che l'imputato è chiamato a rispondere della condotta dell'attività svolta per ottenere le notizie e i documenti pubblicati, e che ciò era indicato nel capo di imputazione".

Il Tribunale presieduto da Giuseppe Dalla Torre ha bocciato anche l'istanza presentata dall'avvocato di mons. Balda, Emanuela Bellardini, che lamentava di non avere avuto il tempo necessario per preparare il processo avendo ricevuto le carte "solo ieri". In proposito, la Corte ha spiegato che la Bellardini ha ricevuto notifica in tempi utili. Da qui il rigetto della eccezione sollevata.

FITTIPALDI - "Sto vivendo una situazione assurda e kafkiana ma sono tranquillo" ha detto Fittipaldi, quando i giudici del Tribunale vaticano si sono riuniti in camera di consiglio per decidere sulle eccezioni sollevate. In aula il giornalista ha chiesto di intervenire per esprimere tutta la sua "incredulità nell'essere imputato davanti a un'autorità giudiziaria diversa da quella del mio Paese. Ma nel mio Paese, d'altronde, ciò che mi addebitate qui non sarebbe imputabile".

NUZZI - "Non siamo martiri, siamo giornalisti che hanno fatto il loro dovere" ha evidenziato Gianluigi Nuzzi in una pausa del processo. "Non ho la più pallida idea di cosa possa accadere - ha poi affermato durante una conferenza nella sede dell'Associazione Stampa Estera a Roma - Ma io non mi sottrarrò mai alla giustizia del mio Paese, che è l'Italia, qualunque decisione dovesse prendere". Anche Nuzzi ha definito "abnorme e kafkiano" il processo iniziato oggi al Tribunale del Vaticano. "Vorrei produrre in aula testimoni in mia difesa, perché ci sono persone che possono contribuire a ricostruire la verità" ha aggiunto, auspicando un processo "in streaming, in modo che tutti possano assistere a cosa accade dentro l'aula del Tribunale del Vaticano, al di là della presenza di un pool di giornalisti che poi riferiscono agli altri colleghi".

BALDA - "Sto tranquillo, qui mi trattano benissimo e mi sento protetto" ha riferito monsignor Balda, detenuto in una cella della Gendarmeria vaticana, in una pausa dei lavori durante la prima udienza davanti al Tribunale vaticano.

I cinque legali che assistono gli imputati sono tutti del foro vaticano. Sulla possibilità per gli imputati di poter essere rappresentati da legali di fiducia deciderà nei prossimi giorni il presidente della Corte d'Appello.

Il Tribunale vaticano riprenderà le udienze dal prossimo 30 novembre.

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