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Vatileaks, mons. Balda: "Preferirei morire che fare male al Papa"

27 novembre 2015 | 13.43
LETTURA: 2 minuti

Monsignor Lucio Angel Vallejo Balda con Francesca Chaouqui (Afp) - AFP
Monsignor Lucio Angel Vallejo Balda con Francesca Chaouqui (Afp) - AFP

"Preferirei morire che causare il male" al Papa, il quale "sa perfettamente la mia fedeltà". E' la confidenza che monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, imputato nel processo sulla divulgazione di documenti vaticani riservati nell'ambito dell'inchiesta Vatileaks 2 , fa parlando con uno stretto collaboratore, attraverso messaggi telefonici, visionati dall'Adnkronos.

Balda si trova nella Gendarmeria vaticana ed è imputato nel processo per il trafugamento di documenti riservati del Vaticano insieme ad altre quattro persone: i giornalisti Gianlugi Nuzzi (autore di 'Via Crucis') ed Emiliano Fittipaldi (ha scritto 'Avarizia'), l'ex collaboratore Nicola Maio e Francesca Immacolata Chaouqui, la pierre ex membro della Cosea, la commissione referente sui tagli di spesa.

Nella conversazione, Balda, al suo interlocutore, dice che il Pontefice "sa perfettamente la mia fedeltà". Quindi aggiunge: "preferirei morire che causare il male. Ma vedo che qui si difendono attaccando".

Il processo in Vaticano ha preso il via lo scorso 24 novembre e riprenderà lunedì prossimo. Sarà proprio Vallejo Balda, insieme alla Chaouqui, a essere sentito dal collegio presieduto da Giuseppe Dalla Torre. In una pausa dell'udienza di martedì scorso il presule spagnolo ha rassicurato sulle sue condizioni: "Qui mi trattano benissimo. Mi sento protetto".

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