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Omicidio Garlasco, Stasi: "Agitato, ma fiducioso che in Cassazione emerga la verità"

09 dicembre 2015 | 18.07
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Alberto Stasi (Infophoto) - INFOPHOTO
Alberto Stasi (Infophoto) - INFOPHOTO

"Un po' agitato, ma fiducioso che in Cassazione emerga la verità". Alberto Stasi, attraverso il suo avvocato Fabio Giarda, non smette di gridare la sua innocenza e ripetere che, quel 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia), non ha ucciso la fidanzata Chiara Poggi. Difficile nascondere la tensione per un 31enne che, a poche ore dall'udienza davanti ai giudici della Cassazione, rischia una condanna a 16 anni di carcere, al termine di uno dei processi più controversi degli ultimi anni.

Per due volte assolto, poi condannato il 17 dicembre scorso dopo la decisione della Suprema Corte di annullare il processo, venerdì mattina Stasi - dopo un percorso giudiziario lungo otto anni - non sarà davanti ai giudici della quinta sezione, preferendo restare lontano dai riflettori.

"E' fiducioso rispetto a quanto abbiamo scritto nel ricorso, rispetto a una sentenza che è illogica in molti punti", spiega il legale all'AdnKronos. Tanti gli elementi contestati dai difensori - il professor Angelo Giarda farà un intervento di circa due ore - "dall'assenza di movente che in un processo indiziario è il collante che non può mancare, a un quadro che non è certo e che non restituisce quanto accaduto" il giorno del delitto.

La difesa di Alberto chiederà alla Cassazione l'annullamento senza rinvio del processo, facendo un riferimento anche al caso Meredith in particolare rispetto alla "validità della prova scientifica, delle perizie e nell'indicazione del movente".

L'accusa chiede invece che venga accolto il ricorso della procura generale in merito all'aggravante della crudeltà, non riconosciuta dai giudici dell'appello 'bis'. Se così fosse Stasi si troverebbe di fronte ad altri togati - sarebbe il sesto processo in otto anni - con il rischio concreto di vedersi aumentare la pena. I giudici di piazza Cavour potranno semplicemente confermare la decisione presa e per l'imputato si aprirebbero le porte del carcere. La parte civile rappresentata dall'avvocato Gian Luigi Tizzoni chiede "verità per Chiara".

In aula non saranno presenti i genitori di Chiara che attenderanno il verdetto nella casa di Garlasco, nelle stesso posto dove è stata uccisa la figlia 26enne, a poche centinaia di metri dall'abitazione della famiglia Stasi.

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