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Crac banche, Ue accusa l'Italia: "Istituti vendevano prodotti inadatti"

10 dicembre 2015 | 09.51
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Immagine di repertorio (Xinhua)
Immagine di repertorio (Xinhua)

Nella risoluzione delle quattro banche italiane "ci sono state conseguenze per molte persone molto dure e difficili. Ma le banche in questione stavano vendendo prodotti inadatti ai clienti, che probabilmente non sapevano cosa stessero comprando". Lo ha detto il commissario Ue alla Stabilità finanziaria, Jonathan Hill, sulla risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti dopo il dramma del pensionato di Civitavecchia che si è tolto la vita per aver perso tutti i risparmi. "Questo -ha aggiunto- apre una questione più ampia di tutela dei consumatori".

Hill ha sottolineato: "dobbiamo avere risparmiatori che si sentono sicuri di poter investire su certi prodotti finanziari" e "dobbiamo costruire fiducia e avere un quadro normativo per intervenire se qualcosa va male. Serve trasparenza e far sapere alla gente cosa compra". Il commissario europeo alla Stabilità finanziaria ha ricordato che "in Europa dopo la crisi finanziaria c'è stato molto sostegno, attraverso soldi pubblici, per stabilizzare il settore bancario" in difficoltà. "E questo è stato fatto con i soldi dei contribuenti". Ma l'obiettivo delle riforme introdotte da Bruxelles "è di essere sicuri che quando una banca va in crisi non sia il contribuente a pagare, con conseguenze sull'azzardo morale di queste banche, ma che siano altre figure, dagli azionisti ad altri, che devono essere ritenuti responsabili se qualcosa va male", ha aggiunto.

E' il governo italiano "a essere alla guida" del processo di salvataggio delle quattro banche e "ha responsabilità di questo", ha poi aggiunto. Hill ha sottolineato che "il governo italiano ha discusso a lungo le sue proposte sul pacchetto per salvare le quattro banche" con l'esecutivo di Bruxelles, soprattutto con la direzione generale Concorrenza, e "ha ritenuto che le misure adottate fossero compatibili con la legislazione europea" sui salvataggi delle banche in crisi.

CEI - Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, commentando il suicidio del pensionato di Civitavecchia ha dichiarato: "Speriamo che questo faccia riflettere un po' tutti quanti noi a non misurare la vita e il progresso della civiltà soltanto con il Pil o le percentuali dei soldi. Speriamo di no".

'VITTIME DEL SALVA-BANCHE'- Le 'Vittime del Salva-Banche' alzano gli scudi e chiedono di "correggere subito il decreto" e di "riammettere tutti i titoli coinvolti alla libera negoziazione sui mercati", alla luce delle "informazioni rese note da Banca D'Italia e da Abi riguardo l'intervento del Fitd", il Fondo interbancario di tutela dei depositi. In una nota, il gruppo 'Vittime del Salva-Banche' sottolinea che "l'intervento del Fitd, stoppato da uno standstill della Commissione Europea non formalizzato, avrebbe comportato la messa in sicurezza delle 4 banche, il non coinvolgimento di azionisti ed obbligazionisti subordinati, un minor esborso per il sistema bancario nel suo complesso".

IRA DEI CONSUMATORI - Il Codacons intanto ha deciso di presentare oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia per il grave reato di istigazione al suicidio, in merito alla vicenda. “Chiediamo alla Procura di Civitavecchia di aprire una indagine sulla base dell’art. 580 del Codice Penale, volta ad accertare eventuali responsabilità di terzi nel suicidio del pensionato - afferma il presidente Carlo Rienzi - In particolare vogliamo sapere se eventuali comportamenti di organi pubblici o soggetti privati abbiano potuto in quale modo contribuire al tragico gesto, spingendo l’uomo alla disperazione e quindi al suicidio”.

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