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Trivelle, sì della Consulta al referendum sulla durata delle concessioni

19 gennaio 2016 | 17.13
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Immagine di repertorio (Xinhua)
Immagine di repertorio (Xinhua)

Via libera dalla Consulta al referendum sulle trivellazioni dei giacimenti petroliferi. Il quesito dichiarato ammissibile dalla Corte costituzionale, che riguarda le autorizzazioni, era stato proposto da nove consigli regionali.

"La Corte Costituzionale nella seduta di oggi ha dichiarato ammissibile la richiesta di un referendum e improcedibili altre cinque richieste in materia di ricerca, prospezione e trivellazioni marine", scrive la Consulta in una nota. "Per questi ultimi, la Corte Costituzionale non ha potuto che prendere atto della pronuncia dell'Ufficio centrale per il Referendum della Cassazione che aveva dichiarato 'non hanno più corso le operazioni concernenti‎ le prime cinque richieste referendarie', dichiarando conseguentemente l'estinzione del giudizio".

Il quesito ammesso è "l'unico del quale l'Ufficio centrale per il Referendum ha affermato la legittimità sulla base della normativa sopravvenuta, la Legge di Stabilità 2016. Nella nuova formulazione il referendum viene pertanto ad incentrarsi sulla previsione che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino all'esaurimento dei giacimenti, in tal modo prorogando di fatto - come rilevato dall'Ufficio centrale per il Referendum - i termini già previsti dalle concessioni stesse. La sentenza - conclude la nota - sarà depositata entro il 10 febbraio, come previsto dalla legge".

GOVERNO STUDIA INTERVENTO PER 'DISINNESCARE' REFERENDUM - Il governo sta studiando un intervento per 'disinnescare' il referendum. Il provvedimento, spiegano fonti della maggioranza, dovrebbe essere molto mirato e circoscritto all'oggetto del quesito referendario proposto da Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. Tra le ipotesi in campo per l'intervento del governo, anche quella di circoscrivere la durata delle autorizzazioni.

ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE - "La Corte Costituzionale oggi respinge di fatto i tentativi furbeschi messi in campo dal governo per eludere il merito della questione delle trivelle entro le 12 miglia - commentano Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club italiano e Wwf - e rimette al giudizio dei cittadini quei meccanismi legislativi truffaldini con cui si è aggirato sino ad oggi un divieto altrimenti chiaro, lasciando campo libero ai petrolieri fin sotto costa".

"La Sentenza della Corte Costituzionale, che ha confermato il referendum sulle trivelle sul quesito già 'promosso' dalla Corte di Cassazione, ci dà lo spunto per rilanciare richieste chiare al governo - scrivono le associazioni - rigetto immediato e definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell’area di interdizione delle 12 miglia dalla costa (a cominciare da Ombrina) e una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto alla protezione del clima e rispettoso dei territori e dei mari italiani".

"La decisione della Corte Costituzionale chiarisce come quanto disposto con gli emendamenti alla legge di Stabilità lo scorso dicembre, benché segni un dietrofront radicale (e positivo) del governo, non risolva - sulla questione della fascia marina off limits - il conflitto sollevato dalle Regioni contro la strategia fossile del governo Renzi", sottolineano ancora le associazioni.

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