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Bullismo, Faraone: "I genitori raccolgano i suggerimenti degli insegnanti"

18 marzo 2016 | 14.05
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I genitori siano più attenti e raccolgano i suggerimenti degli insegnanti. E' l'invito che il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, lancia alle famiglie per combattere "in sinergia" con la scuola il fenomeno del bullismo. "Bullismo e cyberbullismo - sottolinea Faraone all'Adnkronos - sono fenomeni che danneggiano ragazzi e ragazze nelle nostre scuole e sui quali, ormai da anni, come Miur stiamo intervenendo per arginarne la portata. Spesso il confine tra semplice scherzo e atto vessatorio è labile per gli studenti, al punto da confondere l’uno con l’altro. Nel caso del cyberbullismo solo l'8% ammette di aver agito intenzionalmente, 1 su 10 banalizza il proprio comportamento. L’azione del Ministero in questo campo è imponente e diretta a più soggetti".

"Dal 2007 - ricorda - abbiamo delle linee guida che abbiamo rinnovato lo scorso aprile, abbiamo messo a disposizione delle nuove generazioni un numero verde per segnalare casi, coordiniamo – nel caso del cyberbullismo – un osservatorio, 'Generazioni connesse', per prevenire il fenomeno e intervenire laddove si manifesta. Ma tanto avviene già nella scuola: dobbiamo insegnare alle nuove generazioni il rispetto dell’altro, l’accoglienza della diversità e far sì che ciascun ragazzo e ciascuna ragazza siano liberi di autodeterminarsi come meglio credono. E dobbiamo educare gli studenti a un uso consapevole della Rete e degli strumenti tecnologici. Tutte azioni che abbiamo potenziato con la Buona Scuola".

"La scuola, però, - ribadisce Faraone - non è l’unico spazio deputato a questo compito. Bisogna fare rete e un ruolo fondamentale, da questo punto di vista, hanno le famiglie. I genitori devono essere attenti sia ai segnali che i figli lanciano per manifestare il loro disagio che a quelli che arrivano dalla scuola: può capitare che le famiglie non raccolgano i suggerimenti degli insegnanti o che, nei casi di genitori di bulli, li rifiutino , attribuendo ad altri i comportamenti inadeguati. Devono essere aiutati entrambi, vittime e bulli. E per farlo dobbiamo agire tutti in sinergia".

COORDINAMENTO GENITORI DEMOCRATICI - "Non neghiamo l'evidenza". E' l'appello che la presidente del Coordinamento genitori Democratici, Angela Nava, lancia a tutti i genitori che, anche di fronte all'evidenza dei fatti e alle segnalazioni da parte di insegnanti negano anche solo la possibilità che il proprio figlio possa commettere atti di bullismo. " Purtroppo - sottolinea Nava all'Adnkronos - sempre più spesso si assiste ad una sorta di difesa d'ufficio e ad una negazione anche solo della possibilità che i figli siano ciò che hanno fatto".

"C'è, da parte dei genitori - lamenta - un atteggiamento, che si sta sempre più radicalizzando, molto assolutorio verso se stessi. E per assolversi si arriva a negare l'evidenza. Anche nel dibattito sulle gite scolastiche, ad esempio, dove da un lato c'è un eccesso di rigore da parte del Ministero nelle richieste agli insegnanti nel loro compito di vigilanza, dall'altra le cronache sono piene di tragedie connesse alle gite. E - precisa - non mi riferisco agli incidenti stradali, ma alla morte di alunni in circostanze misteriose ma sicuramente legate ad eccessi di consumo di droga o alcol che portano ad atteggiamenti estremi. Questi due episodi apparentemente diversi ed estremi hanno un comune denominatore: famiglie e genitori che non riconoscono l'errore e la trasgressione del proprio figlio".

"Cosa - prosegue Nava - che dovrebbe richiamare ad una riflessione. Cioè che mentre apparentemente controlliamo sempre più minuziosamente la vita dei nostri adolescenti (vedi il registro elettronico con cui si possono verificare le assenze da scuola in tempo reale o le catene whatsApp tra genitori) c'è una zona d'ombra dei nostri ragazzi sulla quale come adulti non sappiamo intervenire, né la scuola né la famiglia. Abbiamo confuso il controllo con l'ascolto, abbiamo abdicato al ruolo di genitori che danno regole, non sopportiamo lo scacco educativo, quasi fosse un nostro fallimento".

"Per ripristinare un corretto rapporto tra scuola e famiglia - conclude Nava - andrebbero rispolverati ruoli precisi, un maggior rispetto per la scuola e per le sue segnalazioni ma, soprattutto abbandonare quell'atteggiamento iperprotettivo che tende a non responsabilizzare i ragazzi che spesso ci sfidano e ci richiamano alle nostre responsabilità di adulti proprio con le loro trasgressioni".

MOIGE - "Non rifiutare la realtà". E' l'appello che Maria Rita Munizzi, presidente del Moige lancia a tutti genitori invitandoli a riconosce la possibilità che anche il proprio figlio può essere un bullo. "Queste cose - sottolinea Munizzi - possono succedere anche nelle migliori famiglia. Spesso i genitori, però, non sono in grado di sganciare i fenomeni di bullismo attuate dai propri figli dal proprio fallimento educativo".

"E' vero - aggiunge - che i ragazzi sono frutto della famiglia ma non si può pensare che siano dei marziani, hanno tanti altri modelli educativi, dal gruppo di pari alle altre agenzie educative. Non solo, l'uso e l'abuso di tante medialità può distorcere la percezione della realtà da parte dei giovani. Che siano videogiochi o altre realtà virtuali, molti giovani hanno difficoltà nei loro rapporti reali, si assiste ad uno scollamento dei ragazzi dal mondo reale, in un mondo virtuale in cui tutto è lecito, senza limiti".

"Il genitore - evidenzia Munizzi - ha difficoltà a fare autocritica in una società in cui la famiglia non è sostenuta. Spesso sentiamo dire 'mio figlio è un bravo ragazzo' ma spesso i ragazzi hanno un doppia vita, i fenomeni di bullismo sono alle spalle degli adulti. Ma, lo sforzo è quello di far aumentare la consapevolezza, di non negare o accantonare il problema".

Da qui l'invito a tutti i genitori: "dedicate più tempo ai vostri figli, ascoltateli di più, fin da piccoli. Non negate la realtà, ascoltate gli insegnanti. L'insegnante può avere elementi per aiutare i ragazzi e tutti lavoriamo per un obiettivo comune: preparare i ragazzi al futuro, ad essere cittadini consapevoli. Le posizioni di antagonismo nei confronti della scuola - conclude - danneggiano solo i ragazzi. Occorre perseguire una sempre più concreta e profonda alleanza tra scuola e famiglia".

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