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Quando il killer è in camice bianco /I precedenti

31 marzo 2016 | 08.48
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

L'arresto dell'infermiera dell'ospedale di Piombino, accusata dai carabinieri del Nas di Livorno di aver provocato le morti di 13 pazienti, conta dei precedenti. Tra i casi più eclatanti quello di Daniela Poggiali, ribattezzata dai media come 'l'infermiera killer' di Lugo.

L'11 marzo 2016, la 44enne ex infermiera dell’ospedale Umberto I di Lugo di Romagna, accusata di avere ucciso, l'8 aprile 2014, una sua paziente 78enne con un'iniezione letale di potassio, viene condannata all'ergastolo. La procura aveva chiesto la massima pena più l'isolamento diurno per un anno e mezzo, che invece è stato escluso, così come anche i motivi abbietti. La donna era stata ritratta in alcuni selfie con pazienti morti.

Un altro caso è quello dell'infermiere Angelo Stazzi, ribattezzato come 'l'angelo della morte'. Il 25 giugno 2015 viene confermata la condanna all'ergastolo per l'uomo, accusato e già condannato a vita per aver provocato la morte di cinque anziani che erano affidati alle sue cure in una casa di riposo alle porte di Roma. In particolare i decessi avvennero nella casa di riposo 'Villa Alex' di Sant'Angelo Romano.

A confermare la condanna era stata la Corte d'Assise d'Appello di Roma, presieduta da Mario Lucio d'Andria, che aveva confermato la sussistenza dell'accusa per quanto riguarda due dei cinque decessi contestati mentre per gli altri ha disposto l'assoluzione dell'imputato. Stazzi, che secondo l'accusa uccise gli ammalati tra il gennaio e l'ottobre del 2009, era già stato condannato per l'omicidio di una collega, Maria Teresa Dell'Unto.

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