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Caso Regeni, arrestato in Egitto consulente della famiglia

26 aprile 2016 | 15.55
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"Particolare angoscia suscita l'arresto di Ahmed Abdallah, presidente del consiglio d'amministrazione della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecrf), ong che sta offrendo attività di consulenza per i legali della famiglia Regeni". Lo sottolineano i familiari di Giulio Regeni attraverso il loro avvocato Alessandra Ballerini.

La famiglia Regeni "alla luce anche del comunicato di Amnesty International" esprime "preoccupazione per la recente ondata di arresti in Egitto ai danni di attivisti per i diritti umani, avvocati e giornalisti anche direttamente coinvolti nella ricerca della verità circa il sequestro, le torture e l'uccisione del figlio Giulio".

AMNESTY: IN EGITTO ESCALATION DELLA REPRESSIONE - "Siamo di fronte a un salto di qualità nelle azioni repressive dell'Egitto, l'azione politica italiana deve essere commisurata a questa escalation egiziana" afferma il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, commentando l'arresto di Ahmed Abdallah.

"Dal 21 aprile a ieri c'è stata un'ondata di arresti, sia di massa sia selettivi - dice Noury - Di massa perché secondo i nostri numeri sono state arrestate 238 persone, selettivi perché hanno arrestato anche giornalisti stranieri che si sono occupati del caso Regeni, e tra gli arresti più gravi c'è quello di Abdallah, che con i suoi esperti ha fornito e sta fornendo supporto legale alla famiglia di Giulio. L'azione politica delle istituzioni italiane - ripete Noury - deve essere commisurata all'escalation delle azioni egiziane; e quanto alla collaborazione giudiziaria, mi sembra che siamo fermi".

CHI È AHMED ABDALLAH - Difendere lo stato di diritto e combattere le disuguaglianze sociali, politiche ed economiche in Egitto. Sono gli obiettivi della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecrf), ong che sta offrendo attività di consulenza per i legali della famiglia Regeni, il cui presidente del consiglio d'amministrazione, Ahmed Abdallah, è stato arrestato lunedì all'alba nella zona di New Cairo.

Secondo quanto riferito dal sito del quotidiano filogovernativo 'Al-Ahram', Abdallah è finito in manette insieme a numerosi attivisti prima della manifestazione che si è svolta ieri nella capitale egiziana per protestare contro la cessione di due isole del Mar Rosso, Tiran e Sanafir, all'Arabia Saudita.

Abdallah, ha riferito l''Ecrf', è stato prelevato alle tre del mattino dalle forze speciali della polizia, arrivate al suo appartamento a bordo di quattro van. Gli agenti hanno fatto irruzione nell'abitazione e arrestato l'attivista, confiscandogli il portatile e il cellulare. Abdallah è poi stato trasferito alla caserma di polizia di New Cairo e successivamente nella sede della procura di Cairo est, firmataria dell'ordine di arresto. E' accusato di istigazione alla violenza con l'obiettivo di rovesciare il governo, adesione a un gruppo terrorista e promozione del terrorismo.

Più di 90 persone sono state arrestate in Egitto tra il 21 e il 24 aprile, nei giorni quindi precedenti alla manifestazione contro la cessione delle isole a Riad, stando ai dati diffusi dall'Organizzazione Egiziana per i Diritti Umani e dall'ong 'Libertà per i valorosi'. Oltre ad Abdallah, sono finiti in manette diversi leader dei movimenti per la difesa dei diritti umani in Egitto come Haytham Mohammedein, avvocato e portavoce del Movimento rivoluzionario socialista, Sanaa Seif, nota attivista politica, e Malek Adly, avvocato e attivista dei diritti umani.

Le forze di sicurezza avevano già tentato di arrestare Abdallah lo scorso mese di gennaio. Secondo Amnesty, tre agenti in borghese avevano fatto irruzione in un caffè di El Agouza, al Cairo, solitamente frequentato dall'attivista. Gli agenti non mostrarono alcun ordine di arresto, ma chiesero ai dipendenti dove fosse.

A seguito dell'episodio Abdallah presentò un esposto alla procura, affermando che il ministero dell'Interno era responsabile di qualsiasi tentativo di mettere in pericolo la sua persona. Amnesty ha quindi precisato che Abdallah era intercettato e spesso aveva subito minacce di arresto da parte delle forze di sicurezza.

Nel mirino delle autorità egiziane, oggi come allora, ci sono le attività dell'ong di Abdallah, la Ecrf, che da tempo chiede di porre fine immediatamente e senza condizioni a tutte le violazioni dei diritti umani nel Paese arabo e che più volte ha denunciato la mancanza di spazi per la società civile per esprimere dissenso nei confronti del governo e sostenere i diritti fondamentali.

Ecrf ha chiesto il rilascio "immediato e senza condizioni" di Abdallah e delle altre persone arrestate negli ultimi giorni con "accuse irrilevanti". "Dichiariamo la nostra preoccupazione riguardo alla brutale repressione che attualmente colpisce tutti senza eccezioni in Egitto", ha sottolineato l'ong.

DEPUTATI EGIZIANI VISITERANNO PARLAMENTO ITALIANO - La commissione per i Diritti umani del Parlamento egiziano visiterà il Parlamento italiano per discutere dell'uccisione di Giulio Regeni. Lo ha annunciato ai media del Cairo il presidente della commissione, Mohamed Anwar al-Sadat, senza precisare la data della visita.

Prima dell'arrivo a Roma, "la commissione ascolterà i funzionari del governo egiziano sulle circostanze dell'incidente - ha detto Sadat - così come le organizzazioni della società civile che hanno una versione diversa" da quella degli inquirenti sull'uccisione del giovane italiano. "Ascolteremo - ha concluso - tutte le versioni" della vicenda prima degli incontri in Italia.

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