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Aerofobia

Paura di volare? Le 4 mosse per superare il panico

05 maggio 2016 | 10.06
LETTURA: 4 minuti

Interno di un aereo (Foto di repertorio, Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Interno di un aereo (Foto di repertorio, Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Le 'tail-com' sono delle telecamere che le compagnie aeree hanno installato per mostrare ai passeggeri in diretta il volo. Per molti sarà una trovata fantastica ma forse per chi ha paura di volare si tratta di un'esperienza terrificante. Nei Paesi sviluppati - si legge sull''Economist'- tra il 2 e il 3% delle persone soffrono di aerofobia, una paura intensa e irrazionale di volare, che provoca aumento della pressione sanguigna, iperventilazione, disturbi gastrici e attacchi di panico. Chi ne soffre di solito sa bene che l’aereo è uno dei mezzi di trasporto più sicuri, ma non è in grado di scrollarsi di dosso la paura di un incidente o di mantenere l'autocontrollo. Un disagio che colpisce anche chi è affetto da claustrofobia o dalla sindrome da stress postraumatico: magari non è aerofobo ma teme comunque un volo di 10 ore in economy. C'è anche chi, secondo alcune stime un quarto degli statunitensi, che semplicemente non si sente a proprio agio in un contenitore di metallo di 100 tonnellate che sfreccia nell'aria a diverse centinaia di chilometri all’ora.

Ma come si può risolvere la paura di volare? Si può intervenire in diversi modi, assumendo alcolici o sedativi prescritti da un medico. Ci sono però 4 tipi di terapie efficaci. La prima è comportamentale e prevede esercizi di respirazione, simulazioni di volo, interazione con i piloti di linea e infine salire su un aereo e partire. In un esperimento clinico condotto nel 2006 su 50 pazienti, 49 alla fine hanno 'superato' il corso riuscendo a prendere un aereo. E tutti volavano in modo autonomo un anno dopo. Ad altri 50 pazienti-potenziali passeggeri è stata proposta anche una terapia cognitiva, che gli ha insegnato a controllare l’ansia.

Ci sono anche molti corsi di un giorno per combattere la paura di volare, che includono sia elementi di terapia comportamentale che cognitiva. Ma per chi non ha voglia di passare una giornata in aeroporto c'è una terza possibilità: la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (Edmr), attraverso cui un medico cerca di distrarre il cervello (con la luce o il suono) mentre il paziente sta immaginando qualcosa di negativo. Nonostante la sua stranezza, il metodo ha più o meno la stessa efficacia della terapia comportamentale.

La quarta opzione si avvale della realtà virtuale. I pazienti, invece di salire su un vero aereo, 'vivono' turbolenze simulate. Anche in questo caso, il trattamento ha mostrato un livello di efficacia paragonabile a quello della terapia comportamentale.

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