E' caccia al pusher che ha dato la dose fatale a Sara Bosco, la 16enne trovata morta dalla madre due giorni fa in un padiglione abbandonato dell'ex ospedale Forlanini, da anni divenuto rifugio di immigrati, tossici e sbandati.
La madre ne aveva perse le tracce dopo che la ragazzina, tossicodipendente, si era allontanata dalla loro abitazione di Santa Severa. Mercoledì l'ha finalmente rintracciata: era sdraiata su una barella arrugginita in quello che viene chiamato il "tunnel del delirio", nel padiglione Pneumologia dell'ex ospedale. La donna ha provato a rianimarla, ma non c'è stato niente da fare. Sara già altre volte si era allontanata da casa e, in precedenza, era anche scappata dalla comunità di recupero di Perugia, dove la madre l'aveva convinta a entrare per disintossicarsi.
A coordinare le indagini sulla morte di Sara è il pm Antonino Di Maio, che ha disposto l'autopsia sul corpo della ragazzina e ha aperto un fascicolo per istigazione o aiuto al suicidio, in relazione ad alcuni sms trovati sul suo cellulare.