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Ostia, 10 condanne in appello ma senza l'aggravante mafiosa

13 giugno 2016 | 15.15
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Si è concluso in appello con 10 condanne e 8 assoluzioni il processo che vedeva sul banco degli imputati componenti delle famiglie Fasciani e Triassi accusate d'aver organizzato negli anni a Ostia attività illecite. I giudici dell'appello hanno escluso per gli imputati la sussistenza dell'accusa d'associazione per delinquere di stampo mafioso nonché l'aggravante della modalità mafiosa. Tra le persone condannate Carmine Fasciani considerato il boss della famiglia. Ha avuto 10 anni anziché 27 anni e 6 mesi come era stato deciso con la sentenza di primo grado.

Dopo tre ore di riunione in camera di consiglio la Corte ha confermato l'assoluzione dei fratelli Vito e Vincenzo Triassi che, secondo il procuratore generale Giancarlo Amato rischiavano la condanna a 15 anni ciascuno. Naturalmente ridotte poi le condanne inflitte in primo grado. In particolare la pena più alta è toccata a Carmine Fasciani che ha avuto oggi 10 anni mentre in primo grado aveva avuto 28 anni.

Ed ecco le altre condanne: 6 anni e 6 mesi di reclusione per la moglie di Carmine Fasciani, Silvia Bartoli (in primo grado 16 anni e 9 mesi). Ridotta anche le condanne alle figlie di Fasciani, Sabrina ha avuto 5 anni e 4 mesi anzichè 25 e 10 mesi per il primo grado, mentre la sorella Azzurra che in primo grado è stata condannata a 11 anni ha avuto oggi 4 anni e 10 mesi.

Condanna anche per Alessandro Fasciani a 4 anni e mezzo che in primo grado ne aveva avuti 26, 5 anni e 8 mesi rispetto ai 17 di primo grado per Terenzio Fasciani fratello di Carmine. Quattro anni e mezzo sono stati inflitti a Riccardo Sibio e Gilberto Colabella (in primo grado hanno avuto 25 anni e 3 mesi e 13 anni). Identica condanna anche per Luciano Bitti mentre 5 anni e 8 mesi sono stati inflitti a Gilberto Inno. Sono stati invece assolti Nazareno Fasciani fratello del boss, Ennio Ciolli, Fabio Guarino, Danilo Anselmi, Mirko Mazzoni ed Eugenio Ferramo.

Le accuse contestate agli imputati erano quelle di associazione per delinquere di tipo mafioso mentre è rimasta quella di associazione per delinquere semplice finalizzata alla commissione di una serie di reati che vanno dall'usura all'estorsione, a controlli ad attività economiche e alla gestione di appalti. Insussistente infine un'altra accusa di associazione per delinquere che è quella che secondo l'accusa era implicata nell'importazione dalla Spagna di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti che dovevano essere distribuite sul mercato di Roma e Ostia.

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