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Reato di tortura, Ilaria Cucchi consegna al ministro Orlando 223mila firme

23 giugno 2016 | 16.58
LETTURA: 3 minuti

Ilaria Cucchi e l'avvocato Fabio Anselmo durante il colloqui con il ministro Andrea Orlando
Ilaria Cucchi e l'avvocato Fabio Anselmo durante il colloqui con il ministro Andrea Orlando

"Questa mattina ho incontrato il ministro della Giustizia Andrea Orlando per consegnare le nostre oltre 223mila firme raccolte su Change.org attraverso questa petizione che chiede l'introduzione del reato di tortura in Italia". Così in un post Ilaria Cucchi.

"All'incontro era presente con me - racconta - anche l'avvocato Fabio Anselmo che ha ricordato quanto il nostro Paese abbia bisogno di una legge sulla tortura: 'Sta passando un concetto per cui una legge di questo tipo legherebbe le mani alle forze dell'ordine, impedendo di garantire sicurezza ai cittadini. Questo è un messaggio sbagliato: la sicurezza parte dal rispetto dei diritti umani e tutta Europa ci sta guardando su questo punto'", ha detto Anselmo.

"Lo stesso procuratore generale ha riconosciuto il caso di mio fratello come un caso di tortura: l'ho ricordato citando le ultime dichiarazioni al processo contro i medici, che si celebra alla Corte d'Assise di Appello di Roma. Stefano - sottolinea Ilaria - è diventato un simbolo di tante altre storie che non hanno voce e queste firme raccolte in pochissimo tempo dimostrano come è cambiata la sensibilità e l'attenzione della gente comune".

"Il ministro Andrea Orlando - scrive ancora Ilaria Cucchi - ha risposto 'accogliendo l'invito' della petizione: 'Anche per altri casi c'è un preciso obbligo di carattere internazionale, che se non accolto rischia di esporci a sanzioni e a un impatto di immagine devastante per il Paese. È nostra cura la ricerca di un testo che non metta le forze dell'ordine in una posizione di pregiudizio. Le forze dell'ordine non hanno nulla da temere di fronte a un testo di legge sorretto da un impianto di legge equilibrato'".

"Mio fratello Stefano - prosegue Ilaria Cucchi - è diventato un simbolo con quello che ha subito. La nostra battaglia è diventata un simbolo in cui si riconoscono le persone che non hanno voce. La dimostrazione siete tutti voi. Ho portato al ministro la voce di tutti coloro che vogliono ancora credere nelle istituzioni. Continuate a condividere la nostra battaglia, dobbiamo essere sempre di più a farci sentire. Questo è solo l'inizio".

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