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Droga e omicidi, maxi blitz a Tor Bella Monaca: 37 arresti

05 luglio 2016 | 08.46
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Droga e omicidi, maxi blitz a Tor Bella Monaca: 37 arresti

Una sorta di 'centro commerciale' della droga aperto h24. E' quanto emerso dall'indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dalla Squadra Mobile di Roma, che ha portato a un'imponente operazione a Tor Bella Monaca contro il clan Cordaro. Sono 35 le persone arrestate. L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura, riguarda 37 persone, ma due risultano ancora ricercate.

I destinatari delle misure cautelari sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, molteplici episodi di spaccio, violazione della normativa sulle armi, riciclaggio, ricettazione, truffa ai danni dello Stato, falso, omicidio e tentato omicidio.

L’articolata attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile ha permesso di raccogliere numerosi e inequivocabili elementi comprovanti l’esistenza di un sodalizio criminoso riconducibile alla famiglia Cordaro dedito al traffico di stupefacenti, con centro operativo nel comparto R9 nel quartiere romano di Tor Bella Monaca e impegnato, negli ultimi anni, in un crescendo di attività criminali e violentissimi fatti di sangue.

Oltre 500 agenti sono stati impiegati in perquisizioni di interi blocchi di edifici e sequestro di armi a elevato potenziale. Tra le armi sequestrate un fucile mitragliatore Zastava Kraousevao Iugoslavia (modello AK-47) cal. 7,62x39, con serbatoio contenente 29 cartucce del medesimo calibro e numeroso munizionamento. Sequestrati anche una pistola semiautomatica e un revolver.

Nel corso delle indagini sono state sequestrate anche ingenti quantità di droga. Per custodire le armi e la droga c'era anche un bunker presidiato h24 da sentinelle e da un sistema di videosorveglianza. In caso di controlli i componenti dell'organizzazione facevano scendere la droga e le armi in un sotterraneo attraverso dei tubi interni al muro.

"A qualsiasi ora del giorno e della notte - ha spiegato il procuratore aggiunto della Dda di Roma Michele Prestipino - era possibile comprare la droga. Le piazze di spaccio del quartiere costituiscono punto di approdo di una massa enorme di consumatori". L'operazione, ha chiarito Prestipino, "ha disvelato la struttura organizzativa della famiglia Cordaro, uno dei gruppi più temibili e pericolosi sul territorio".

La famiglia Cordaro, ha poi spiegato il procuratore, "aveva un elevato consenso sociale". "Quando noi interveniamo abbiamo grandissime difficoltà - ha detto - non solo c'è una manifesta ostilità verso le forze dell'ordine ma anche una vera propria attività di favoreggiamento verso i componenti di questi gruppi, che vengono aiutati non solo nelle attività criminali: basti pensare al numero di persone disposte a custodire la droga, le armi e a fare le vedette". A riprova di questa situazione, il procuratore ha spiegato che anche nelle indagini su episodi violenti avvenuti di fronte alle persone, non "ci sono mai state testimonianze utili".

Anche le donne avevano un ruolo chiave nell'organizzazione. In particolare le compagne o mogli assumevano un ruolo di primo piano, prendendo in mano la situazione, soprattutto nei momenti di detenzione degli uomini al vertice dell'organizzazione. Le indagini a Tor Bella Monaca proseguono, ha poi spiegato Prestipino, perché "stiamo cercando di scompaginare questi gruppi privandoli dei loro capi".

Nell'ambito delle indagini è inoltre emerso che la famiglia Cordaro aveva a disposizione sigle societarie per creare false posizioni lavorative utili a far ottenere misure alternative al carcere ai detenuti. Sono in corso indagini anche sull'ingresso in carcere di telefonini e droga.

Nel corso dell’imponente operazione è stata scoperta anche un'attività di riciclaggio di denaro in attività economiche in Sardegna.

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