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Blitz nel milanese, espulso pakistano. "Voleva aderire a jihad con martirio"

31 luglio 2016 | 13.26
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(Fotogramma)
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Blitz dei carabinieri del Ros alle prime ore di questa mattina nel centro di Vaprio d'Adda, nel milanese. L'operazione, finalizzata alla cattura di un cittadino pakistano di 26 anni, si è conclusa con l'espulsione dell'uomo.

Il pakistano era "intenzionato ad aderire alla jihad mediante un atto di martirio". Il provvedimento di espulsione dal territorio nazionale è stato emesso dal ministro dell’Interno per motivi di sicurezza pubblica ed eseguito dai militari.

Il provvedimento trae origine dalle risultanze di una prolungata attività di indagine coordinata dalla Procura Distrettuale Antiterrorismo di Milano d’intesa con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, che ha permesso di riscontrare, spiegano gli investigatori, "un crescente processo di radicalizzazione in chiave jihadista dello straniero residente in provincia di Milano che, in più occasioni, ha manifestato l’adesione ideologica allo Stato Islamico e la condivisione delle azioni commesse da diverse organizzazioni terroristiche della galassia jihadista".

"L’uomo, infatti, oltre ad avere espresso il desiderio di raggiungere i diversi teatri di conflitto per unirsi alle milizie dello Stato Islamico, tentando di convincere in tale proposito anche altri connazionali, tra cui la moglie, ha mostrato segni di progressiva esaltazione ideologica a sostegno dello Stato Islamico, dichiarando di essere intenzionato ad aderire al jihad mediante un atto di martirio e ritenendo gli attentati terroristici di Parigi una 'legittima' reazione alle aggressioni militari compiute dalla Francia e dalla coalizione anti-Isis nel teatro siro-iracheno".

Tra i potenziali obiettivi del pakistano ci sarebbe dovuta essere una rivendita di alcolici da colpire con armi da fuoco e militari. L’aspirante combattente, che avrebbe già prestato giuramento di sottomissione al Califfo, ha sostenuto di essere a conoscenza della possibilità di reperire materiale per la costruzione di ordigni esplosivi, utilizzando precursori in libera vendita.

Secondo quanto emerso dall’attività dei carabinieri, il cittadino pachistano è risultato particolarmente attivo sui social network. "Ha ricercato ed esaminato in Internet documenti e filmati riconducibili al fondamentalismo islamico e al terrorismo di matrice jihadista - spiegano gli investigatori - intrattenendo contatti virtuali con soggetti del medesimo orientamento islamico-radicale alcuni dei quali successivamente colpiti da provvedimenti cautelari per fatti di terrorismo ed espulsi dall’Italia per gli stessi motivi".

"La collaborazione con autorità giudiziarie estere - sottolineano gli investigatori - ha consentito di rilevare la condivisione sui social network dell’ideologia del cosiddetto 'Stato Islamico e il costante interesse per i contenuti (particolarmente violenti e cruenti) di propaganda e di addestramento pubblicati sul web dall’organizzazione terroristica". Il pakistano, sposato con una concittadina, era giunto in Italia nel 2003 con i propri familiari e aveva frequentato le scuole italiane, al termine delle quali aveva trovato stabile attività lavorativa.

ALFANO - La prevenzione resta di "grande importanza" nella lotta al terrorismo dell'Is. Lo sottolinea il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che oggi ha firmato il provvedimento di espulsione del pakistano. "Il nostro lavoro - spiega - parte dal presupposto che la prevenzione riveste una grande importanza nel contrasto al terrorismo. Proseguiamo, quindi, su questa strada spesso nell'ombra perché non sapremo mai, per esempio, se, tra gli espulsi finora, si nascondeva un potenziale terrorista a un passo dalla sua azione. Tutto questo - come non mi stanco mai di ripetere - nella consapevolezza che nessun Paese, oggi, può dirsi a rischio zero".

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