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A caccia di Pokemon davanti alla stele di Capaci, Maria Falcone: "Sono addolorata"

04 agosto 2016 | 19.39
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La stele di Capaci (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
La stele di Capaci (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

A caccia di Pokemon davanti alla stele di Capaci. Anche il monumento eretto per ricordare, lungo l'autostrada A29, la strage in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e i tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, teatro delle battaglie virtuali del gioco rilanciato dalla statunitense Niantic, che oggi spopola tra giovanissimi e non in tutto il mondo. Tra le palestre virtuali scelte per i combattimenti tra i giocatori, infatti, c'è anche la stele che ricorda l'eccidio. Una scelta che Maria Falcone, sorella del giudice antimafia, bolla come "una mancanza di sensibilità abnorme, che è persino difficile da commentare".

Perché, dice all'AdnKronos, ci sono "luoghi della memoria che sono sacri, simboli per un'intera nazione del sacrificio di uomini e donne nella lotta a Cosa nostra. E' assurdo che quel luogo venga utilizzato per un gioco - aggiunge Maria Falcone - è una scelta che mi addolora. Chiedo all'azienda di escluderlo e di considerare con la giusta consapevolezza il significato di quella stele".

La palestra virtuale per combattimenti tra Pokemon proprio davanti alla stele di Capaci è "una stupidata non degna di attenzione" commenta Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il giudice ucciso nella strage di via D'Amelio. "E' sicuramente poco rispettoso - dice all'AdnKronos - ma non penso che sia un gesto fatto per offendere la memoria di Giovanni Falcone, della moglie e degli agenti di scorta. Probabilmente le mappe usate dall'azienda non riportavano i luoghi della memoria e nessuno ha controllato la coincidenza tra la palestra e la stele".

Certo, per Salvatore Borsellino sarebbe "corretto" escludere il monumento che ricorda l'eccidio dal gioco, ma "le offese vere alla memoria sono ben altre. Sono gli atti vandalici compiuti ai murales che ricordano il sacrificio di Giovanni e Paolo, oppure gli incendi agli alberi a loro dedicati. Oppure ancora - conclude Salvatore Borsellino - sono le commemorazioni deserte. Sono questi gli sfregi veri alla memoria. Il resto è troppo baccano per una stupidata".

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