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Terremoto: il volontario, ore e ore a scavare ma che gioia salvare due vite

25 agosto 2016 | 18.48
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I volontari al lavoro ad Amatrice (da profilo Fb)
I volontari al lavoro ad Amatrice (da profilo Fb)

Erano già intervenuti all'Aquila, dove avevano gestito per un mese il campo di Poggio Picenze, e in Emilia Romagna, a Bondeno. Ieri erano ad Amatrice, dove hanno collaborato alle operazioni di salvataggio, estraendo dalle macerie due superstiti del terribile terremoto che ha cancellato buona parte del paese del reatino. Oggi invece sono ad Arquata a consegnare farmaci e a dare supporto medico alla popolazione. Tra i tanti italiani che si sono mobilitati per il terremoto ci sono anche i volontari della Salamandra, l'associazione di Protezione civile fondata dai militanti di Casapound, i 'fascisti del terzo millennio' che fanno capo a Gianluca Iannone.

"Siamo partiti ieri appena ci siamo resi conto di cose era accaduto - dice all'Adnkronos il responsabile della Salamandra Pietro Casasanta - Siamo arrivati verso le 8, eravamo i primi, c’erano solo i vigili e gli abitanti della zona. Abbiamo cominciato a scavare. Ore e ore, fino a sera, accanto ai vigili del fuoco e all'esercito italiano. Una corsa contro il tempo per salvare chi era rimasto intrappolato sotto le case crollate di un paese che non esiste più. Un lavoro delicato, un'attenzione spasmodica per non fare danni. Abbiamo estratto quattro morti dalle macerie ma anche due persone vive. E quella è stata una gioia incredibile".

"Oggi l'intervento è stato diverso - spiega ancora Casasanta - Siamo stati in giro per Arquata e Acquasanta a dare supporto medico e infermieristico con il nostro personale specializzato e a consegnare farmaci e altro materiale sanitario raccolto grazie alla generosità degli italiani e a Casapound, che ha messo a disposizione le sue sedi. Domani il nostro personale sarà inserito nei turni per i punti medici avanzati sparsi nel territorio che assistono la popolazione".

"Qui è tutto distrutto, la città è devastata, spettrale", racconta il responsabile della Salamandra, che, a chi gli chiede se lui e la sua squadra di volontari sono stati accolti bene, risponde con un sorriso: "Le persone in questi contesti pensano a quello che conta, a chi aiuta, a chi è in grado di fare le cose, non gli importa della politica con la p minuscola, quella interessa ai giornalisti magari... Noi lo abbiamo già sperimentato in Abruzzo, in Emilia: lì, tra tende e macerie, sono nate amicizie che durano ancora".

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