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Papa Francesco ad Assisi: "Il mondo ha sete di pace"

20 settembre 2016 | 17.14
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(foto Adnkronos)
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Ascoltare l'accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace. Il mondo ha sete di pace. Lo ammonisce papa Francesco nella sua meditazione ad Assisi in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la pace (FOTOGALLERY). "Le parole di Gesù crocifisso ci interpellano, domandano accoglienza nel cuore e risposta con la vita - dice il Papa -. Nel suo 'Ho sete' possiamo sentire la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo, l’accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace. Implorano pace le vittime delle guerre, che inquinano i popoli di odio e la Terra di armi; implorano pace i nostri fratelli e sorelle che vivono sotto la minaccia dei bombardamenti o sono costretti a lasciare casa e a migrare verso l’ignoto, spogliati di ogni cosa".

All'inizio della sua meditazione, il Papa, pensando alle parole di Gesù crocifisso, osserva: "La sete, ancor più della fame, è il bisogno estremo dell’essere umano, ma ne rappresenta anche l’estrema miseria. Contempliamo così il mistero del Dio altissimo, divenuto, per misericordia, misero fra gli uomini. Di che cosa ha sete il Signore? Certo di acqua, elemento essenziale per la vita. Ma soprattutto di amore, elemento non meno essenziale per vivere. Ha sete di donarci l’acqua viva del suo amore, ma anche di ricevere il nostro amore".

Ricorda il Pontefice che "il profeta Geremia ha espresso il compiacimento di Dio per il nostro amore: 'Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento'. Ma ha dato anche voce alla sofferenza divina, quando l’uomo, ingrato, ha abbandonato l’amore, quando - sembra dire anche oggi il Signore - 'ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua'. È il dramma del 'cuore inaridito', dell’amore non ricambiato, un dramma che si rinnova nel Vangelo, quando alla sete di Gesù l’uomo risponde con l’aceto, che è vino andato a male".

Nella sua meditazione, papa Francesco ricorda il Poverello di Assisi e la suora dei poveri e santa Teresa di Calcutta: " 'L’Amore non è amato': secondo alcuni racconti era questa la realtà che turbava San Francesco di Assisi. Egli, per amore del Signore sofferente, non si vergognava di piangere e lamentarsi a voce alta". Questa stessa realtà, avverte il Pontefice, "ci deve stare a cuore contemplando il Dio crocifisso, assetato di amore".

"Madre Teresa di Calcutta - ricorda - volle che nelle cappelle di ogni sua comunità, vicino al Crocifisso, fosse scritto 'Ho sete'. Estinguere la sete d’amore di Gesù sulla croce mediante il servizio ai più poveri tra i poveri è stata la sua risposta. Il Signore è infatti dissetato dal nostro amore compassionevole, è consolato quando, in nome suo, ci chiniamo sulle miserie altrui. Nel giudizio chiamerà 'benedetti' quanti hanno dato da bere a chi aveva sete, quanti hanno offerto amore concreto a chi era nel bisogno: 'Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi fratelli più piccoli, l’avete fatto a me'".

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