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'Spiati su Facebook dal ministero degli Interni': la bufala corre sul web

25 settembre 2016 | 07.22
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Foto Afp
Foto Afp

È tornata a circolare online una vecchia bufala riguardo un presunto accordo tra il ministero degli Interni e Facebook, per cui il ministero degli Interni avrebbe la facoltà di entrare dentro i profili di Facebook degli utenti italiani senza chiedere l’autorizzazione della magistratura. "La bufala - spiega la Polizia sulla sua pagina Facebook 'Una vita da social' - risale a ottobre del 2010. Vogliamo precisare che è assolutamente falso. La Polizia Postale può visionare un profilo, una pagina o un gruppo, solo ed esclusivamente tramite una rogatoria internazionale (come indicato nel Centro per la sicurezza di Facebook ) la quale dev'essere disposta ed autorizzata dalla magistratura".

"Diversamente, la Polizia Postale può oscurare in maniera autonoma pagine/gruppi che contengono al suo interno materiale pedo-pornografico. Per quanto riguarda i profili personali invece e relativi dati personali quali nomi, data di registrazione, informazioni su di carte di credito, indirizzi e-mail e indirizzo IP, la Polizia può procedere solo se per il titolare del profilo è stato emesso un mandato di comparizione nel contesto di un’indagine ufficiale, in presenza di una ingiunzione del tribunale o di un mandato di perquisizione per fondati motivi, in conformità alle procedure contenute nelle Federal Rules of Criminal Procedure".

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