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Palermo, dirigente scuola: "Feriti e offesi dai maltrattamenti ai bimbi"

29 settembre 2016 | 16.12
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Palermo, dirigente scuola:

"Ci sentiamo feriti, offesi, da quello che è accaduto. E' un dramma. E' inutile nasconderlo. Siamo mortificati. Non avrei mai immaginato che potesse accadere qualcosa del genere nella mia scuola". Lo ha detto all'Adnkronos Rosa Maria Rizzo, dirigente scolastica della elementare 'Capitano Polizzi' di Partinico (Palermo), la scuola in cui ieri sono state arrestate tre maestre con l'accusa di avere maltrattato dei bambini, tra cui un alunno disabile. "Io dirigo questa scuola da meno di un mese - spiega Rizzo - nessuno di noi sapeva nulla dell'inchiesta, di eventuali lamentele dei genitori. Nulla di nulla. Abbiamo scoperto tutto con l'arresto delle maestre. Siamo sotto choc".

"Oggi pomeriggio la dirigente scolastica incontrerà i docenti e i genitori della scuola. "Voglio parlare con i genitori per rassicurarli - spiega - Devono sapere che possono stare tranquilli. Attueremo tutte le procedure per un controllo più efficace nella scuola".

Alla domanda se ritiene utile le telecamere nelle classi, come auspica qualche mamma, dice: "Quando ci sarà una legge che lo permette le metteremo - spiega - Ma al momento ricordo che è assolutamente vietato. E se le mettessi commetterei un reato". Ma, avverte: "Al di là delle telecamere da installare, c'è un lavoro da fare sui docenti".

"La formazione - spiega Rosa Maria Rizzo - è un lavoro fondamentale per i docenti, anche per i docenti di sostegno. Va fatta una riflessione su se stessi, un lavoro serio". E dice di essere "molto sorpresa" per l'arresto delle tre maestre, "perché erano lavoratrici, non facevano mai assenza. avevano tanta voglia di lavorare. Non capisco davvero come sia potuto accadere". Poi la dirigente scolastica se la prende anche con "qualche giornale" che "ha ingigantito quanto accaduto": "Ho letto dei titoli in cui si parlava della scuola 'dell'orrore' - dice - Basta con i titoli ad effetto. Dobbiamo tutti abbassare i toni, anche voi giornalisti. C'è la magistratura che indaga, lasciamola lavorare".

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