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Stato-mafia, i pm chiedono di acquisire le agende di Ciampi

07 ottobre 2016 | 11.13
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Carlo Azeglio Ciampi (Afp) - AFP
Carlo Azeglio Ciampi (Afp) - AFP

L'acquisizione delle agende del Presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, degli anni 1993 e 1994, è stata chiesta dalla Procura di Palermo nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Il Procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi, prendendo la parola all'inizio dell'udienza, ha chiesto al Presidente della Corte d'Assise di Palermo Alfredo Montalto, di acquisire il verbale reso da Ciampi, morto di recente, nell'interrogatorio del 15 dicembre del 2010.

"Essendo venuto a mancare il Presidente emerito Ciampi - dice Teresi - oggi è indispensabile richiedere al fascicolo del dibattimento il verbale del 15 dicembre 2010". Teresi ha, quindi, aggiunto la richiesta di avere le agende di Ciampi, che sono state donate dal Presidente emerito al Quirinale. "Durante il verbale - spiega Teresi - Ciampi aveva detto che molti degli argomenti trattati erano oggetto di proprie annotazioni personali su agende che aveva annotato quando era Presidente del consiglio, dall'aprile del 1993 al maggio del 1994. Disse testualmente: 'Voglio aggiungere che potrebbe essere per voi utile guardare le agende custodite da me'. Ciampi donò le agende alla biblioteca del Quirinale".

"E oggi chiediamo di potere produrre il fascicolo del verbale - aggiunge Teresi - e sollecitiamo l'acquisizione della produzione dei copia delle agende che riguardano le annotazioni scritte dal Presidente Ciampi, quando era Presidente del Consiglio negli anni '93 e '94".

Il Presidente della Corte d'Assise di Palermo Alfredo Montalto ha acquisito il verbale reso nel 2010 del Presidente emerito Ciampi, come chiesto dalla Procura di Palermo, mentre si è riservato di decidere sull'acquisizione delle agende del 1993 e del 1994, quando era Presidente del Consiglio, come chiesto dai rappresentanti dell'accusa.

Durante quell'interrogatorio del 2010, che venne poi secretato, il Presidente emerito Ciampi era stato sentito sull'estate del 1993, quando ci furono gli attentati di Milano e Roma. La notte del 27 luglio 1993 esplosero le bombe nelle basiliche di San Giovanni Laterano e San Giorgio in Velabro a Roma, e negli stessi istanti il centralino di Palazzo Chigi isolato da un inquietantissimo black out. Proprio in quello stesso periodo ci fu anche la decisione di non rinnovare oltre trecento provvedimenti di carcere duro per detenuti mafiosi.

Secondo l'accusa della Procura di Palermo, la mancata proroga di quei provvedimenti di 41 bis rappresenta uno degli oggetti fondamentali della Trattativa con Cosa nostra. Fu l'ex ministro Giovanni Conso, anche lui deceduto, a ribadire che quella decisione del mancato rinnovo del 41 bis fu fatta in "completa autonomia". Ciampi venne sentito anche sull'avvicendamento tra Nicolò Amato e Adalberto Capriotti al vertice del Dap, il Dipartimento amministrazione penitenziaria. La difesa non si è opposta.

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