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Allarme 'sex extortion', attenzione a ex partner e truffatori

11 ottobre 2016 | 14.35
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Le forme di estorsione sessuale sono molteplici, ogni giorno ci vengono chiesti consigli e informazioni sull'argomento. Lavoriamo su questo già da alcuni anni e non solo a partire dalla vicenda di Tiziana Cantone". Paola Capozzi, Dirigente del Compartimento della Polizia Postale di Torino, risponde così all'AdnKronos alle domande su l fenomeno della 'sex-extortion', in seguito al recente caso di Asti, di cui ha condotto le indagini.

"Abbiamo avviato la campagna #cuoriconnessi - riferisce la dirigente della Polizia Postale - per fare prevenzione informando gli studenti sui rischi che corrono, in termini sia di reato sia di reputazione nel momento in cui, ad esempio, cercheranno un posto di lavoro. In generale consigliamo di evitare la condivisione di materiale pornografico, perché quando poi viene meno il rapporto di fiducia con l'altra persona, può diventare oggetto di ricatto".

"Ci sono due tipi di estorsione - spiega Paola Capozzi - la prima è quella in cui immagini di rapporti sessuali vengono rese pubbliche, di solito da un ex partner della vittima o da conoscenti; l'altra che noi definiamo 'internazionale' in cui truffatori tramite falsi profili entrano in amicizia con il malcapitato e, guadagnandosene la fiducia, ottengono filmati pornografici, che poi diffondono".

"Per prevenire le estorsioni internazionali - aggiunge - non bisognerebbe mai 'stringere amicizia' sui social network con sconosciuti, né tantomeno scambiare messaggi con loro o condividere foto e video. Gli autori delle truffe provengono quasi sempre dall'Asia o dall'Africa, in particolare Nigeria e Marocco, Paesi in cui c'è chi ha individuato in questa pratica una grossa fonte di guadagno. Nel caso si venga invece coinvolti, va subito bloccato il contatto per poi sporgere denuncia".

"Il fenomeno è più diffuso tra gli adolescenti - sottolinea - perché hanno minore consapevolezza e condividono, senza riflettere, foto estremamente private sul web. E lo fanno anche spesso, avendo maggiore dimestichezza con le nuove tecnologie. Quando sono coinvolti minori la cosa è più grave, dato che si tratta di pedopornografia".

"Spesso non basta chiedere la rimozione del video ai social - conclude -perché quel contenuto può essere finito anche su altri siti. Dunque attenzione a condivisioni che per scherzo possono sfuggire di mano. Abbiamo notato che anche le persone adulte spesso agiscono in buona fede e, nel desiderio di intraprendere relazioni, si lasciano andare con sconosciuti inviando foto o filmati intimi".

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