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Uno Stato parallelo, stupri e torture: decapitata la mafia nigeriana

18 novembre 2016 | 13.55
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Uno Stato parallelo, stupri e torture: decapitata la mafia nigeriana

Avevano creato uno Stato con un 'ministro della Difesa' e un 'Consiglio dei saggi' e infliggevano torture e violenze sessuali a chi rifiutava di affiliarsi. Alla pericolosa organizzazione mafiosa transnazionale, con base in Nigeria, è stato inferto un duro colpo dall'operazione 'Black Axe' che ha portato a 17 fermi in tutta Italia.

La vasta operazione della polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Palermo, ha disarticolato l'organizzazione mafiosa "dedita alla commissione di gravi delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà personale e il patrimonio, che era riuscita ad acquisire in modo diretto o indiretto, avvalendosi del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e omertà che ne deriva, la gestione e il controllo di redditizie attività economiche, dall’illecita riscossione di crediti allo sfruttamento e al controllo della prostituzione e del traffico di stupefacenti".

L’operazione di oggi "ha consentito di azzerare i vertici dell’organizzazione criminale e di ricostruirne la fisionomia e la struttura verticistico-piramidale, basata su rigide regole fatte di 'battesimi', riti di affiliazione dei membri e precisi ruoli all’interno del sodalizio".

Durante l'indagine è emerso che gli indagati avrebbero gestito il controllo di attività economiche illecite, specie nella zona di Ballarò a Palermo.

"Le indagini hanno accertato - dicono gli inquirenti - come l'organizzazione al suo interno riproducesse compiti, funzioni e persino organigrammi tipici di uno Stato, tanto che per indicare le figure verticistiche facevano riferimento al tipico formulario di cariche istituzionali".

Al 'ministro della Difesa' "era demandata la gestione delle punizioni dei disobbedienti e il coordinamento di tutte le attività esecutive dell'organizzazione, quali, per esempio, la protezione dei membri" dicono gli inquirenti. L'organizzazione inoltre "garantiva il rispetto delle 'regole' interne e la sicurezza dei suoi principali membri attraverso il suo braccio armato, 'Bucha' o picchiatore".

Agghiaccianti i retroscena emersi dall'operazione 'Black Axe': un uomo in particolare è stato violentato per una notte intera con un tubo di ferro. Violenze sessuali anche su alcune donne che non volevano prostituirsi.

Il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci spiega che Cosa nostra palermitana "tollerava l'organizzazione mafiosa composta da un gruppo criminali di nigeriani". "Cosa nostra ha consentito ai nigeriani di organizzare una struttura subalterna alla mafia - prosegue Agueci - erano tollerati a patto che non uscissero dal loro 'perimetro' di appartenenza".

Il procuratore spiega poi che i fermi "hanno subito una accelerazione perché molti degli indagati stavano preparando la fuga dall'Italia. La polizia è intervenuta in una zona difficile come Ballarò organizzando l'operazione in pochissimo tempo. Hanno mostrato grande bravura".

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