cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 13:19
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Violenza su donne, Grieco (Enel): "L'unica battaglia possibile è culturale"

25 novembre 2016 | 19.54
LETTURA: 4 minuti

Violenza su donne, Grieco (Enel):

Per combattere la violenza sulle donne, l'unica battaglia possibile è culturale. Ne è convinta la presidente di Enel Patrizia Grieco che, intervenendo a 'La violenza sulle donne è la peggiore forma di ignoranza', un incontro organizzato a Milano da Enel in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, spiega: "Se non viene fatta luce sugli aspetti oscuri della violenza, rimarrà sempre un fenomeno difficile da affrontare".

Invece "dobbiamo tutti impegnarci per la diffusione di una cultura del rispetto che ci consenta di raggiungere un mondo in cui le violenze non esistano più". Una cultura che "deve partire dall'educazione che le madri dovrebbero instillare ai propri figli", passando per la scuola che "deve tornare ad essere un punto di aggregazione per i bambini e le famiglie". Perché "non possiamo più permettere che le donne continuino ad esser vittime di violenza e che i loro bambini vengano privati della loro infanzia e della possibilità di diventare adulti capaci di amare".

L'incontro, aperto dalla scrittrice Lina Sotis e al quale è intervenuta, con un videomessaggio, anche la responsabile del soccorso violenza domestica della clinica Mangiagalli di Milano, Alessandra Kustermann, punta proprio ad accendere i riflettori su un fenomeno che solo a Milano riguarda ogni anno 1100 donne tra i 26 e i 45 anni, un terzo delle quali hanno bambini e che non risparmia donne over 65 che per la prima volta decidono di chiedere aiuto. Del resto, spiega Kustermann, "la violenza non ha confini e non necessariamente ha una situazione di degrado sociale alle spalle".

La situazione è poi "molto più grave nelle famiglie dove sono presenti bambini piccoli che sono costretti ad assistere agli episodi di violenza". Perché il fenomeno della "violenza assistita determina danni anche alle generazioni future". E "non si può pensare che il loro sviluppo sarà normale, che quei bambini diventeranno adulti consapevoli che rispetteranno la dignità delle donne". Ecco perché "questo è un ciclo che bisogna spezzare".

In Italia "le leggi sembrano, tuttavia, andare nella giusta direzione e la percezione del fenomeno è aumentata, anche se la cultura va ancora cambiata". Perché "più di tre donne si dieci non sono ancora in grado di definire che la violenza che loro stesse subiscono è un reato". Uscire dal labirinto della violenza, però, "non è facile". Ecco perché "a Milano esiste una rete di operatori specializzati, come quella messa in campo dal Comune di Milano che è un esempio e agisce in modo combinato per aiutare le vittime". E "il compito di chi, come noi, si prende cura delle vittime, è convincere le donne che un cambiamento è possibile, a qualunque età".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza