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Berlino, italiani sopravvissuti: "Urla e cadaveri ovunque"

21 dicembre 2016 | 18.23
LETTURA: 5 minuti

Nella foto Elisabetta Ragno con il marito Giuseppe La Grassa (Da Facebook)
Nella foto Elisabetta Ragno con il marito Giuseppe La Grassa (Da Facebook)

"Avere oggi mio marito ancora vicino a me, vivo, è stato il più bel regalo di anniversario delle nozze che potessi avere. Lunedì sera ci trovavamo proprio al mercatino di Natale a Berlino per mangiare il cibo tipico tedesco. All'improvviso abbiamo visto questo tir che è arrivato a grande velocità, io ero girata sul gradino e mi sono salvata, mentre mio marito Giuseppe è stato travolto ed è caduto a terra. Quando mi sono girata aveva il viso completamente pieno di sangue. Attorno a noi c'erano tanti cadaveri. E molti feriti che piangevano e gridavano. E' stato terribile". Elisabetta Ragno ha ancora la voce che trema. La donna, 35enne di Milazzo, si trovava a Berlino con il marito Giuseppe La Grassa la notte dell'attentato per festeggiare il primo anniversario di nozze. Il marito ha riportato gravi ferite sul viso e sul mento ma se l'è cavata con una trentina di punti. "Forse domani dovrà farsi operare - dice la donna all'Adnkronos - Ma ringrazio Dio che sia ancora vivo. E' un miracolo".

"Ho capito subito che non si trattava di un incidente ma di un attacco - spiega Elisabetta che tutti chiamano Betta - Perché il tir continuava la sua folle corsa. Il tutto è durato circa trenta secondi ma sembravano una eternità. Sono ancora sotto choc, ma felice di essere viva. Il tir ha fermato la sua corsa solo per la presenza delle bancarelle, altrimenti avrebbe continuato. Andava a velocità altissima. Mio marito è finito a terra e io l'ho subito soccorso. C'era un paramedico che ci ha aiutati e ci ha portati in un ristorante, per il primo soccorso. Poi ci ha accompagnati in ospedale. Era una maschera di sangue".

"Ammetto che per la paura siamo scappati via subito - dice ancora la 35enne - Non ci siamo fermati a soccorrere nessuno, mi dispiace, ma avevo troppa paura. Ero paralizzata dalla paura che il tir potesse esplodere. Oggi dico che mi dispiace tantissimo, ma vedevo mio marito pieno di sangue ed ero terrorizzata. C'erano cadaveri ovunque, gente ferita che gridava e che chiedeva aiuto. E' stato orribile. La ragazza che stava davanti a me è morta, l'ho vista a terra esanime. E' tutto una follia. Io ancora non riesco a credere a quello che è accaduto". "Siamo dei miracolati - ripete come una nenia - sono felicissima di essere viva, con mio marito".

“A metà gennaio ho un volo per Londra. Non ho paura e non posso darla vinta a chi con la strategia del terrore pensa di bloccare tutto” dice Giuseppe La Grassa all'Adnkronos. “Eravamo arrivati in città il 16 dicembre per festeggiare, il 19, l’anniversario di matrimonio e il compleanno di mia moglie. Ci trovavamo al mercatino di Natale per gli ultimi piccoli acquisti” racconta. “Io avevo appena preso un punch - ricorda ancora - mia moglie stava ancora al bancone per prendere un panino. E' viva per miracolo, per 5 centimetri. Aveva perso del tempo e una ragazza l’ha superata, il camion l’ha travolta ed è morta”.

Di quella sera ricorda “un forte rumore”, lo schianto del tir contro gli stand del mercatino, e le “urla della gente”. “Non ho fatto in tempo a girarmi che sono stato colpito dal camion, sono finito a terra e subito ho pensato a Nizza”. Sua moglie lo ha trovato subito dopo. “Sono stato felicissimo di vederla sana e salva - dice ancora - siamo scappati. Subito, senza aspettare i soccorsi, temevo che il tir potesse esplodere. Abbiamo schivato almeno 40 persone, a terra come birilli".

In ospedale "mi volevano operare - prosegue - ma dal momento che ieri avevamo il volo ho preferito rientrare in Italia”. A Palermo la coppia è arrivata ieri sera. "Ho la faccia gonfia come un pallone e un ginocchio dolorante - dice La Grassa - ma tutto sommato sto bene fisicamente”.

Ha paura? “Sinceramente no, a metà gennaio ho un volo per Londra, la vita non si può fermare. Non possiamo darla vinta a un pazzo. Mia moglie oggi si è ricordata di un uomo che sorrideva lasciando il mercato, come si può sorridere davanti a un gesto folle come questo?” conclude.

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